02/12/2018 16:00
LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) - La partita politica più importante per il rilancio del calcio italiano si giocherà fra una settimana negli uffici di Nyon. Un incontro fra il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin e il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina sarà la prima occasione per discutere la candidatura dell’Italia a ospitare gli Europei del 2028. Intanto, stamattina a Dublino, la Nazionale di Mancini conoscerà il suo girone eliminatorio per l’edizione itinerante 2020, che vedrà gli azzurri in campo a Roma, a patto ovviamente di qualificarsi.
Presidente Gravina, la candidatura dell’Italia per il 2028 resta al centro del suo programma?
«La ritengo determinante per il movimento. L’Italia ne ha bisogno.Tutta la nostra struttura è al lavoro. Mi ha fatto piacere l’invito di Ceferin per un incontro riservato e istituzionale, che sarà l’occasione per fare insieme riflessioni di politica sportiva. Uno dei temi principali che tratteremo sarà proprio l’Europeo 2028».
L’Italia ha visto bocciare il proprio dossier nel 2012 e nel 2016. Quante possibilità avrebbe di farcela, stavolta?
«Credo che sia giusto dare un’occasione di rivincita alla nostra federazione. Siamo pur sempre uno dei Big Five, i principali campionati europei. E poi la politica, anche quella sportiva, è fatta di cicli. L’Italia oggi ha una posizione internazionale di primo piano, bisogna dare atto alla precedente governance di aver fatto un lavoro straordinario.Organizzare un Europeo fra 10 anni sarebbe utile a stimolare tutte le forze del Paese a contribuire con idee e risorse per ammodernare i nostri stadi».
Per l’Europeo, i nuovi criteri Uefa richiedono impianti da 30mila posti. La maggior parte dei club di Serie A sta ideando o realizzando progetti al di sotto di questa soglia. Ritiene sia il momento di una riflessione di sistema?
«È proprio il motivo per cui abbiamo creato un tavolo in Figc per discutere di impianti sportivi. Vi siederanno il vicepresidente dell’Anci, Roberto Pella; un esponente del Credito Sportivo, che sarà Andrea Abodi; un rappresentante della Cassa Depositi e Prestiti. Vogliamo individuare un modello ideale di nuovo stadio, fissare un percorso che spieghi come progettarlo, dove reperire i fondi, quali siano gli standard di sicurezza che chiediamo, quali sono i requisiti minimi per le competizioni internazionali. È impensabile lasciare fuori alcune grandi città da un evento del genere».
Ha già una lista degli stadi per Euro 2028?
«È ancora presto, l’Uefa assegnerà il torneo nel 2022. Cerchiamo di capire in anticipo se ci sono le condizioni per noi. Accelerare i tempi non sarebbe male, per dare impulso a realizzare nuove strutture. Presentarci in ticket con un’altra federazione? Sarà una riflessione che farò insieme al presidente Ceferin. Se ci crediamo tutti, se riusciamo a coinvolgere anche le forze di governo, l’obiettivo è possibile. Le nostre nazionali devono essere ambasciatrici di entusiasmo per stimolare le amministrazioni locali a investire nelle strutture che vogliono ospitare l’Italia. Vale per l’Under 21 ma anche per la Nazionale maggiore. In questi anni vorrei che individuassimo degli stadi di riferimento per gli azzurri».
Oggi comincia il percorso verso Roma 2020. L’Olimpico ospiterà la partita inaugurale, l’Italia deve guadagnarsi sul campo il biglietto.
«Non possiamo pensare di non essere a Roma. Queste qualificazioni sono il primo appuntamento del nostro percorso di rivincita. Intorno all’unità che la Figc ha ritrovato con le elezioni di ottobre sta rinascendo l’entusiasmo di cui avevamo bisogno. Non bisogna farlo spegnere, va alimentato con i progetti e con i risultati».
Mancini non l’ha scelto lei, come lo giudica ora?
«Sta facendo molto bene. Mi preoccupa la sosta lunga che interrompe un percorso di crescita. Il primo impegno di tutti a marzo, dal ct ai giocatori, sarà ritrovare la concentrazione delle ultime uscite. Dobbiamo partire subito bene».
Sarà Mancini anche il ct che dovrà riportare l’Italia al Mondiale?
«Il contratto che io ho trovato sul tavolo parla chiaro: dura 4 anni. Il rinnovo è condizionato alla qualificazione europea, ma per noi sarà lui l’allenatore fino al Qatar».
A giugno l’Under 21 giocherà l’Europeo in casa, la Nazionale A avrà due gare di qualificazione. Molti azzurri saranno contesi. Qual è la priorità?
«Per fortuna abbiamo due ct che si parlano come mai prima d’ora. Io ho già detto cosa penso: l’Under 21, che corre per le Olimpiadi, è al primo posto e dovrà avere la migliore formazione possibile».