«Il discorso del capitano». La favola di Totti raccontata in teatro

09/12/2018 16:44

IL TEMPO (T. DE MATTEIS) - C'è uno spettacolo imperdibile al Teatro Flaiano e non solo per i romanisti: fino al 16 dicembre Giuseppe Manfridi è autore e interprete de "Il discorso del , Roma- 3-2", diretto da Claudio Boccaccini, con musiche appositamente composte da Antonio Di Pofi. L'allestimento appartiene alla serie "Diecipartite", progetto che nasce da un'idea di Daniele Lo Monaco e che Giuseppe Manfridi ha iniziato a scrivere e a portare in scena nel 2009, che ora giunge al suo settimo capitolo. Stavolta protagonista assoluto della narrazione è Francesco , raccontato attraverso le pieghe delle vicende che hanno accompagnato squadra e tifoseria al confronto cruciale col , atto conclusivo del campionato 2016/17 e gara decisiva per la conquista del secondo posto, piazzamento di importanza vitale per l'AS Roma. L'accesso diretto alla , infatti comporta introiti che se fossero andati persi avrebbero prodotto un forte ridimensionamento della squadra. E, fatto ancor più grave, una mancata vittoria avrebbe tolto completamente senso alla grande festa preparata in omaggio a , giunto alla sua partita di addio, precipitando l'intero popolo romanista nello sconforto di dover salutare il suo all'insegna dell'insuccesso e della frustrazione.

"In una sorta di backstage della settimana precedente l'incontro, l'epopea calcistica di viene rievocata attraverso un intarsio di cronache che accostano squarci di realtà umana al clamore della ribalta, mentre le vicende di una partita assurda, quasi fuori controllo, cadenzano il comporsi di un risultato che solo a pochi istanti dalla fine troverà con il gol del trionfo e della salvezza dall'incubo" ha raccontato Giuseppe Manfridi, fra i più noti e prolifici drammaturghi italiani, ma anche romanista appassionato e sempre vivacemente partecipe ai dibattiti calcistici. "Dopo il triplice fischio dell'arbitro, avvolto dall'empito commosso dei settantamila spettatori presenti all'Olimpico e mentre i tabelloni trasmettono immagini di azioni memorabili, , con la voce rotta dall'emozione, leggerà da un foglio stropicciato un discorso in cui sembrerà prender forma un formidabile atto di crescita. In tantissimi si sono riconosciuti in quel discorso, romanisti e non. In Italia e altrove. In tantissimi vi hanno riconosciuto quella sofferenza del mutamento che riguarda ciascuno di noi, e che fa del racconto di questo Roma- una storia che va al di là dei limiti di una vicenda calcistica e basta".

Lo spettacolo non risulta opacizzato dalla distanza temporale dall'evento: Manfridi conosce a memoria ogni partita e ogni gol e non solo di . La sua competenza calcistica corrisponde alla sua assoluta profondità culturale. "Tutta l'Italia era allo stadio quel giorno e ho sentito riportare esperienze di lacrime di tifosi di altre squadre, anche della Lazio, e pure di tante persone lontane dal calcio" ha ripreso a spiegare l'autore. "Ringrazio i tifosi laziali che vengono a vedere questo spettacolo, per i romanisti essere presenti è d'obbligo. Come spettatori teatrali si apprezza una narrazione: gli esseri umani sono vocati ad ascoltare racconti. Mi piace che ci sia una dilatazione delle lacrime condivise: la gente mi confessa di commuoversi. ll discorso del capitano era nutrito di un forte colpo di scena. Il momento, l'evento, era già più forte della sua verbalizzazione, ma confessare la sua paura è stata un'affermazione coraggiosa e totalmente inaspettata. E' una materia scritta che ha una struttura e una storia: io la indago anche filologicamente".