17/12/2018 16:06
LAROMA24.IT - La Roma torna alla vittoria con fatica e senza convincere: supera 3-2 il Genoa all'Olimpico, in rimonta. "Le papere di Olsen, un Karius redivivo, hanno aggiunto ansia al povero Di Francesco. Risultato a parte, resta il forte sospetto che la Roma vada ricreata", il commento di Maurizio Crosetti su "La Repubblica". Duro anche Massimo Caputi su "Il Messaggero": "Il successo sul Genoa in rimonta, seppur importante, non cancella affatto i problemi, anzi, la prestazione dei giallorossi conferma tutti i timori su quanto la sua crisi sia assai complicata da risolvere. Impaurita e disorientata, la squadra sembra una nave nella tempesta, ignara del proprio destino".
Chiosa su "Il Tempo" Tiziano Carmellini: "Che la ruota sia girata? Forse, la speranza di Di Francesco che da oggi proverà a risolvere una crisi in apparenza irreversibile. Pensare che questa squadra tra sei giorni dovrà affrontare la Juve a Torino fa venire i brividi. Come può tornare viva? Sì, rientrano forse Dzeko e De Rossi, il testosterone tornerà a salire, ma potrà bastare? A Di Francesco serve un miracolo".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
LA GAZZETTA DELLO SPORT (S. VERNAZZA)
[...] La Roma torna a rivedere uno squarcio di luce e si riavvicina alla zona Champions, però il successo contro il Genoa è stato faticoso e sul risultato si è allungata l’ombra di una mancata Var allo scadere: una vistosa spinta di Florenzi a Pandev in area romanista è stata ignorata dall’arbitro Di Bello e da Chiffi, il collega ai monitor. Misteri del protocollo «varista»: in precedenza una Var prolungata aveva giustamente fatto annullare il possibile 2-3 del Genoa. Quella della Roma rischia di essere una vittoria di Pirro, di ritornare alla base tipo boomerang. Gioco frammentato, animo tremebondo in alcuni soggetti, scollamenti vari. L’allenatore vorrebbe delle cose, però pezzi di squadra non sembrano più seguirlo in certi ragionamenti tecnico-tattici.
Ieri sera sono stati i giovani, nella loro inconsapevolezza, a portare la Roma oltre i suoi limiti attuali e a placare le rabbie striscianti dell’ambiente. Di Francesco salvato dai ragazzi, in particolare da Kluivert - strepitoso il suo gol - e da Cristante; un filo meno da Zaniolo, meno vistoso rispetto alle ultime apparizioni. È piaciuto di più il Genoa, contagiato dall’ottimismo della volontà di Cesare Prandelli e penalizzato dai consueti disequilibri in fase di non possesso palla. Il Grifone tanto crea e tanto distrugge. La classifica dei rossoblù non riflette il valore di diversi giocatori. Il Genoa ha fermato la Juve - unica squadra a riuscirvi, finora - e gode del capocannoniere del campionato, Piatek, polacco come Milik. I due assommano 20 reti, 12 il genoano, e 8 l’azzurro. Una Serie A a trazione Polonia, aspettando che Cristiano Ronaldo si prenda tutto, lo scudetto e lo scettro dei marcatori. [...]
CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
[...] Confesso di non capire dove comincino i meriti della Juve e dove i limiti delle avversarie. Una sola è completa, il Napoli, ed è comunque lontana. Le altre sono inferiori, ma non è che in Europa funzioni meglio, nessun campionato è davvero allenante. La ricchezza prevale dovunque. Ed essere ricchi condanna i prescelti a essere giudicati anche intelligenti. Le religioni diventano pallide nel calcio. Come dicevano gli Abba nel ventesimo secolo, the winner takes it all, non ci sono resti. E per favore pedalare. L’unica speranza di equivalenza resta nel calcio d’Europa dove oggi si discutono i sorteggi. Gli ottavi sono lo scoglio peregrino, una trappola, perché a febbraio è tutto diverso da novembre. Non credo che il Barcellona sia migliore della Juve, credo che giochi un calcio diverso, più gradito, più estetico, non più efficiente. Comunque non si incontreranno a questi livelli. Gli avversari ora da evitare per la Juve sono tre, nell’ordine Atletico, Liverpool e Tottenham. L’Atletico perché si adatta all’avversario, Simeone è furbo almeno quanto Allegri. Per la Roma il problema è più vasto. Sceglierei una tedesca, avversari di grande nome e di minor partito.
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)
Stavolta la Roma la salvano i bambini e il Var, poi magari dura solo 6 giorni visto che sabato li aspetta la strega Ronaldo nella sua casetta di marzapane. Il bambino Kluivert e il bambino Cristante ribaltano all’Olimpico una psicosi da paralisi, il Genoa aveva lungamente giocato meglio e aveva pure segnato il terzo gol, poi annullato dal marchingegno che a volte vede mezzo tallone in fuorigioco, altre volte non vede due rigori per il Toro. Anche il bambino Zaniolo sta diventando una creatura molto interessante, qualcosa dunque si muove nei territori dominati dalla paura: il finale di Roma-Genoa ha spiegato che i giallorossi hanno un cuore di cracker, vedono fantasmi ovunque forse perché spesso lo sono. Le papere di Olsen, un Karius redivivo, hanno aggiunto ansia al povero Di Francesco. Risultato a parte, resta il forte sospetto che la Roma vada ricreata. [...]
Nella domenica dei bambini d’oro anche Cagliari ne conferma uno, talentuosissimo: Nicolò Barella, pure Zaniolo si chiama Nicolò, si vede che una ventina d’anni fa i genitori italiani avevano questo gusto toscaneggiante. Il papà di tutti, cioè Roberto Mancini, potrà essere moderatamente confortato nel suo capodanno azzurro. Oggi, intanto, ci divertiremo col sorteggio di Champions ed Europa League. Per questa Roma sarebbe un problema chiunque, figurarsi qualcuno tra Barcellona, Manchester City, Psg o Bayern, ma anche la strega Ronaldo non sarebbe contenta - crediamo - di pescare Liverpool o Tottenham [...].
IL TEMPO (M. CARMELLINI)
Di Francesco salva la pelle per ora. Il tecnico giallorosso si ritrova tra le mani un malato terminale. Anche ieri contro il Genoa dell'ex Prandelli, la Roma non ha giocato ma trotterellato in mezzo al campo impaurita come una provinciale. Arrivano comunque tre punti che danno ossigeno anche se cambiano poco nella situazione giallorossa a dir poco complicata: 24 punti in 15 partite. Ma soprattutto zero gioco, zero personalità, altrettante idee e cuore: tranne rare eccezioni. Di Francesco le prova tutte, cambia modulo (un'altra vol-ta contribuendo al caos collettivo), uomini (nel limite del possibile visti gli in infortuni) manda finalmente Schick in panchina (il ceco il suo bonus se l'è giocato eccome: ora basta) e tira fuori dal mazzo la carta Zaniolo attaccante centrale (ancora una volta tra i migliori: almeno ci mette l'anima). Ma niente, perché in situazioni come queste il calcio non c'entra quasi più, qui siamo alle prese con lo psicodramma collettivo.
All'Olimpico succede di tutto. Dopo gli striscioni apparsi nella notte in città contro Pallotta, alto stadio la gogna tocca alla squadra. Si parte con i fischi non appena i giallorossi escono dal tunnel per il riscaldamento, si continua durante una gara a tratti imbarazzante. I tifosi non risparmiano solo pochi "eletti" di questa squadra invisibile che va sotto dopo 17 minuti con una papera pazzesca di Olsen (ci mancava pure lui). Il dramma si concretizza, la Roma se lo sente nella testa e manda in aria anche le gambe: a ogni affondo il Genoa può far male. E' chiaro, si vede lo sente la squadra lo percepiscono i tifosi che a un certo punto, quasi mossi a compassione tornano a fare il loro: almeno per un po'. Difficile pensare come se ne possa uscire. Anche quando Fazio riporta in pari la gara, la Roma riesce a rimettere la testa sul ceppo: il pari dura tre minuti. Ma l'avversario è il Genoa e questo forse e l'unico motivo per il quale non finisce in tragedia. Pareggia di nuovo Kluivert con un gran gol (oggi l'olandese verrà premiato con il Golden Boy a Torino), poi Cristante (migliore a paletti dei suoi) ci mette il suo sigillo. Quindi due segnali "divini": Pandev, il gol del quale non era quotato, sbaglia invece da due metri la palla del 3-3 proprio sotto la «sua» curva. E tre minuti dopo l'arbitro non vede una spinta di Florenzi in area sul macedone. Che la ruota sia girata? Forse, la speranza di Di Francesco che da oggi proverà a risolvere una crisi in apparenza irreversibile. Pensare che questa squadra tra sei giorni dovrà affrontare la Juve a Torino fa venire i brividi. Come può tornare viva? Sì, rientrano forse Dzeko e De Rossi, il testosterone tornerà a salire, ma potrà bastare? A Di Francesco serve un miracolo.
CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)
Di Francesco ha provato per quattro mesi a comporre, scomporre e ricomporre la Roma che non aveva richiesto, nemmeno lontana parente di quella guidata fino alla semifinale di Champions e al terzo posto, dietro Napoli e Juve. E inevitabilmente ha commesso qualche errore, di frustrazione e spiazzamento. Rarissime peraltro le risposte positive ricevute dai suoi, assai più frequenti gli infortuni, anche mentali. Nata monca, la seconda stagione di Eusebio è proseguita monca costringendolo a scelte apparentemente insensate: azzeccata tuttavia quella di Zaniolo un po' falso centravanti e un po' trequartista alla Totti (per raggio d'azione). Al termine di una partita surreale condizionata dalle papere di Olsen (a Lazovic è stato annullato un gol dal Var perché Piatek ha il 42 di piede e non il 39, e a Pandev manca un rigore) Di Francesco ha aggiustato in parte la classifica (sesto posto), non la squadra, né il rapporta società-tifo.
Al di là dello sciopero del Sud, all'Olimpico c'era molta più germe qualche anno fa quando giocammo un triangolare di beneficenza Roma-Lazio-Juve con giornalisti, artisti ed ex calciatori. Faceva freddo, quella sera, ci scaldarono gli applausi del pubblico, gli unici fischi li presi lo quando da un metro, servito alla perfezione da Quagliarella, tirai addosso al portiere e finsi un infortunio muscolare. Fischi che invece hanno modulato la partita col Genoa. Oggi Monchi vola a Boston dove si trova la sede della Spectre: la speranza è che convinca Pallotta a intervenire per correggere subito il correggibile. Lo impone la logica. [...]
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Dopo anni di lento declino ci siamo abituati a etichettare come campioni troppo facilmente questo e quel calciatore, dimenticando cosa abbia significato in passato avere in squadra gente come Maradona, Platini, Falcao, Van Basten, etc. Per questo ora che è arrivato Cristiano Ronaldo non possiamo meravigliarci dell’imperioso incedere a suon di record della Juventus. Aggiungendo un fuoriclasse vero e autentico come il portoghese a una squadra che dominava da sette anni tecnicamente e economicamente il campionato, il risultato poteva essere uno soltanto: il dominio, 46 punti su 48 disponibili. Cristiano Ronaldo dopo 16 giornate ha realizzato 11 reti, fornito 5 assist, e inciso nel 49% delle reti bianconere. Senza contare come la sua sola presenza sia stata da stimolo, carica ed esempio per i compagni. In questo campionato ci sono due eccessi: la supremazia della Juventus e la confusione della Roma.
Il successo sul Genoa in rimonta, seppur importante, non cancella affatto i problemi, anzi, la prestazione dei giallorossi conferma tutti i timori su quanto la sua crisi sia assai complicata da risolvere. Impaurita e disorientata, la squadra sembra una nave nella tempesta, ignara del proprio destino. La Roma tutta è in un pericoloso stato confusionale: Di Francesco cambia uomini e soluzioni tattiche sapendo di essere in bilico perenne. I giocatori sbandano, non si cercano e aiutano tra loro. La società non sa quali decisioni e atteggiamenti prendere, assente pur nella sua presenza. I tifosi protestano, si allontano disamorati da stadio e squadra, non credendo più a nulla. Sabato c’è Juventus-Roma, il derby degli eccessi.
LEGGO (R. BUFFONI)
Stavolta a Trigoria Var fa rima con vittoria. Di Bello e Chiffi, più quest'ultimo per la verità, staranno a casa un po' come Rocchi e Fabbri dopo Roma-Inter. Evidente l'errore sulla spinta da rigore di Florenzi su Pandev. Tre punti conquistati in un Olimpico ostile, che ha indirizzato la sua ira verso Pallotta, Baldissoni, tecnico e giocatori. Monchi? Ignorato, forse perché ritenuto solo il braccio di una politica che non piace. Di Francesco dopo 5 settimane ritrova la vittoria (mancava dal 4-1 con la Samp, altra genovese) che lo riporta in zona Europa a ridosso di Milan e Lazio, impegnate rispettivamente stasera a Bergamo e domani a Bologna.
Sabato prossimo sarà in panchina contro Cristiano Ronaldo. Poi a Santo Stefano l'ennesima sfida all'ok corral: all'Olimpico arriverà il suo Sassuolo col quale oggi divide la sesta piazza. Difficile dire se la tempesta sarà passata. Se la Roma potrà contare di nuovo su De Rossi e Dzeko, ammiragli senza i quali DiFra ha perso la rotta. Intanto oggi conoscerà il futuro Champions: City e Barcellona gli incubi da evitare, anche se l'incubo peggiore è la Roma ridotta così.