01/12/2018 14:24
Se l’umore lo permetterà, il 18 dicembre, forse, Luciano Spalletti potrebbe festeggiare i 13 anni della più perfetta definizione del sistema di gioco diventato il suo marchio di fabbrica, ovvero il 4-2-3-1. Come tante grandi scoperte (o riscoperte), tutto avvenne per caso. Quel giorno del 2005, infatti, la Roma andava a Genova per giocare contro la Sampdoria in piena emergenza dal punto di vista fisico. Complici le contemporanee assenze di Cassano, Mancini, Montella e Nonda, l’allenatore toscano fu costretto a ridisegnare l’intero reparto offensivo della squadra. E allora, assegnati a Taddei e Tommasi i due posti sulle fasce, Spalletti pensò di affidare a Totti il ruolo di centravanti unico, supportato da Perrotta nella veste di trequartista. (...) Ma le intuizioni di Spalletti non si conclusero nel primo periodo della sua gestione. Anche dopo il suo ritorno del 2016, infatti, l’allenatore di Certaldo non si è fossilizzato, e così nasce la cosiddetta difesa «a tre e mezzo», come l’aveva definita lo stesso Spalletti, che onestamente ammette di avere preso ispirazione da Paulo Sousa, alla guida della Fiorentina. In quel sistema di gioco, a volte Rüdiger pencola tra la linea di retroguardia e quella di mediana, così come altre volte fanno altri. (...)
(gasport)