20/12/2018 14:49
LA REPUBBLICA (M. VINCENZI) - Non ha rispettato gli obblighi per la sicurezza a carico del datore di lavoro. Non ha messo in pratica le misure idonee a prevenire gli incendi e a tutelare l’incolumità dei lavoratori. Né tantomeno ha disposto un piano adeguato alla gestione delle emergenze. Per tutto questo il presidente di Atac, Paolo Simioni, è stato denunciato dai vigili del fuoco in data 22 novembre. La vicenda è quella della scala mobile della stazione della Metro A Repubblica che ha ceduto mentre “a bordo viaggiavano” i tifosi del Cska Mosca in trasferta per il match di Champions League contro la Roma. Un crollo impressionante in cui ventisei persone sono rimaste ferite e una di loro ha perso un piede. All’indomani di quell’incidente, per il quale la procura di Roma ha aperto un fascicolo per disastro colposo e lesioni personali, i pompieri avevano effettuato una serie di controlli a campione sulle stazioni della metro (uno, in particolare, il 30 ottobre, a una settimana dall’incidente tragedia di piazza Esedra). Controlli nei quali, a quanto pare, sarebbero state accertate alcune cose che non vanno. E proprio per questo, un mese dopo, gli investigatori hanno convocato il manager dell’azienda per fargli l’elezione di domicilio, contestandogli una serie di violazioni del decreto legislativo 81 del 2008 sulla sicurezza sul lavoro. Su questi risultati, ora, dovranno decidere il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il sostituto Francesco Dall’Olio, titolari del fascicolo. L’azienda, precisando che il presidente «non risulta indagato», ha chiarito che gli «sono stati notificati, allo stato, due verbali prescrittivi dei vigili del fuoco nei quali vengono fissati dei termini entro i quali ottemperare a obblighi relativi alla normativa anti incendio» e che i vertici si sono «immediatamente attivati per risolvere le problematiche». Può essere che basti mettersi in regola per scongiurare seguiti giudiziari. Ma non è detto. Per questa stessa vicenda, la procura aveva già iscritto, nei giorni scorsi, tre dirigenti dell’Atac che si occupano a livello apicale di manutenzione all’interno della municipalizzata dei trasporti, più il titolare della società che ha in appalto la gestione e la manutenzione delle scale mobili della metro. Che qualcosa quella notte sia andato storto è chiaro. Ciò che ancora non si sa è quale sia stata la causa del cedimento della rampa: se si sia trattato della rottura di un pezzo meccanico, forse un gancio, o se, invece, sia stato un agente esterno o il logorio di qualche ingranaggio non controllato. Già qualche ora dopo l’incidente, i periti avevano escluso che a causare il guasto potesse essere stato l’eccessivo peso dei tifosi che saltavano sulla scala, come ipotizzato dalla sindaca Raggi. Nei video interni della stazione e nei filmati pubblicati su internet pochi minuti dopo l’incidente dagli stessi supporter non c’è traccia, infatti, di persone che saltano o si dimenano: in uno di questi si vede la scala mobile accelerare più rapidamente del consueto e i passeggeri cadere a terra fra le lamiere, appena arrivati all’ultimo gradino.