22/12/2018 14:13
IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Devo andare molto indietro nel tempo per ricordare un’altra Juve-Roma che ci ha visto andare a Torino senza nulla da chiedere alla partita, nè qualificazione, nè posizione in classifica. Badate: nulla da chiedere, non da ottenere. Partite ruggenti, nelle quali abbiamo meritato tanto e raccolto nulla ne ricordo una mezza dozzina e anche partite nelle quali la Roma si presentava alla vigilia come un rischio per i bianconeri, con un gioco decisamente migliore.
Questa volta è tutto diverso: i giallorossi sono in piena autocoscienza, con un presidente che detta da oltreoceano le sue condizioni, un allenatore coraggioso ma sempre in bilico, un gruppo di giocatori-chiave infortunati, una tifoseria delusa e, colmo della sfortuna, anche la teletrasmissione su Dazn. Dall’altra parte una Juventus invincibile, che nel calcio italiano fa il bello e il cattivo tempo. In campo ma di più fuori: in un solo giorno è tornato Moggi a Torino all’allenamento e sono stati baci, abbracci e selfie con Agnelli, Allegri e i tifosi. Il ritorno di un eroe, a conferma di ciò che avviene nella Storia: i vincitori la riscrivono a loro piacimento. Nello stesso giorno, con l’appoggio della Juventus ( e contro Roma, Napoli e Fiorentina) è stato eletto il nuovo A.D. della Lega. Strapotere e la Roma mai così a terra. Senza pensare a Dzeko, De Rossi, Pellegrini, oggi ci resta la scaramanzia: Davide contro Golia. Magari faremo bene e meriteremo, come a Napoli, ma alla fine la legge non scritta dello Stadium è inesorabile.