11/12/2018 13:24
IL MESSAGGERO (M. ALLEGRI) - Consulente plenipotenziario del Campidoglio, consigliere di punta della sindaca Virginia Raggi, ingaggiato senza contratto ma interpellato per ogni decisione importante. Una su tutte: il nuovo stadio della Roma, l'affare che lo aveva portato ai domiciliari lo scorso giugno e che, ora, lo trascina sul banco degli imputati per le intercessioni in favore del costruttore Luca Parnasi, remunerate a suon di consulenze a cinque zeri. La Procura di Roma chiude la prima tranche dell'affaire Tor di Valle: l'avvocato Luca Lanzalone, ribattezzato il sindaco ombra della Capitale, finisce a processo. Insieme a lui, il suo socio Luciano Costantini e Fabio Serini, il commissario straordinario dell'Ipa, l'ente di previdenza dei dipendenti capitolini. Le accuse sono corruzione e traffico di influenze. Per loro gli inquirenti hanno ottenuto il giudizio immediato: il dibattimento si aprirà il 5 marzo saltando la fase dell'udienza preliminare. Per gli altri indagati - 17 persone tra le quali Luca Parnasi - i pm procederanno con il rito ordinario.
LE SCELTE Il destino processuale di Lanzalone e Parnasi si separa. D'altronde, le scelte fatte dopo l'arresto sono state diverse. Il superconsulente - che è ancora ai domiciliari - non ha mai collaborato con gli inquirenti e con i carabinieri del Nucleo investigativo, parlando solo nell'interrogatorio di garanzia. Assistito dagli avvocati Giorgio Martellino e Luca Di Stefano, si è difeso respingendo le contestazioni. Convocato pochi giorni fa dalla pm Barbara Zuin ha aggiunto poche dichiarazioni dello stesso tenore. Parnasi, invece, ha fornito ai pm una lista di politici e funzionari che avrebbe tenuto a libro paga, ha parlato dei finanziamenti alla fondazione Eyu, legata al Pd, e alla Più Voci, della Lega. Dopo quattro interrogatori in cui ha ripercorso il progetto Stadio e i rapporti con la politica, l'imprenditore, accusato di associazione a delinquere, ha lasciato il carcere e, trascorso un periodo ai domiciliari, è tornato libero. Dagli atti dell'inchiesta, Lanzalone appare come il punto di riferimento dell'intera amministrazione capitolina. In particolare della sindaca. Tanto che, in una conversazione intercettata, gli sfugge una battuta: «Mi fai da segretaria, che onore!». È accusato di corruzione, perché Parnasi gli avrebbe «promesso ed erogato» - si legge nel capo di imputazione - incarichi lucrosi in cambio di favori. Il consulente avrebbe «rilasciato informazioni sulle pratiche amministrative», ma anche partecipato «all'intero iter procedurale relativo allo Stadio», asservendo la funzione pubblica «agli interessi di Parnasi». Agli atti, l'agenda consegnata dalla segretaria del costruttore, in cui sono annotati gli incontri - frequentissimi - tra i due. E centinaia di intercettazioni. Addirittura, quando l'assemblea capitolina nel giugno 2017 aveva approvato la delibera sul progetto, il costruttore l'aveva scoperto in tempo reale: «Approvata! Habemus stadium!», gli aveva scritto Lanzalone. «Sei stato un fenomeno - la risposta - Il vero Totti fuori dal campo».
IL CASO IPA A Lanzalone i pm contestano anche un altro episodio di corruzione, che coinvolge il suo socio Costantini e il commissario Ipa, Serini. I tre sono accusati anche di traffico di influenze. Si erano conosciuti a Livorno, dove Serini, commissario per la procedura di concordato dell'azienda dei rifiuti, aveva scelto come consulente Lanzalone. Una volta entrato nelle grazie dell'amministrazione capitolina, l'avvocato e il suo socio gli avrebbero fatto ottenere la nomina a commissario straordinario dell'Ipa - e la proroga dell'incarico - intercedendo direttamente con la sindaca. In cambio avrebbero ottenuto almeno due incarichi. È il 22 maggio 2017 quando il superconsulente invia alla Raggi il curriculum di Serini: «A mio avviso potrebbe essere il professionista idoneo ad assumere la gestione dell'Ipa», le scrive. E lei: «Vedo subito, intanto ti chiederei un paio di date anche per incontrare i sindaci di Anguillara e di Civitavecchia». «Caspita: praticamente mi fai da segretaria, che onore!», replica Lanzalone. Tre giorni dopo, la nomina di Serini è ufficiale, rinnovata anche a maggio del 2018.