23/02/2019 15:25
LA REPUBBLICA (G. CARDONE - M. PINCI) - Il Frosinone? Sì, d’accordo. Il Milan in coppa? Ok, va bene. Ma vuoi mettere il derby? A Trigoria e a Formello, i pensieri sono già orientati su una data: 2 marzo, il giorno del faccia a faccia. La Roma ha deciso di lasciarsi distrarre da quella data, inaugurazione di una settimana che può decidere scenari presenti e futuri del club: una scelta forse obbligata, visto che tra sette giorni dovrà affrontare prima la Lazio, poi pure il Porto. Per questo la trasferta vicina di Frosinone, che Di Francesco si sforza di dipingere come «la gara più importante perché è la prossima», sarà in realtà l’occasione per risparmiare a qualcuno stress e il rischio cartellini. Soprattutto a Zaniolo, il ragazzino prodigio al centro delle attenzioni di squadre nobilissime (Juve, Real), di procuratori ingordi e trasmissioni tv. L’allenatore gli leverà il fastidio di giocare, un po’ per togliergli pressioni, un po’ per preservarlo in vista della Lazio. In fondo è diffidato, come pure Manolas, Florenzi, Fazio: dei tre soltanto l’ultimo - il meno affidabile, quest’anno - verrà rischiato in Ciociaria. E la scusa del turnover regge poco: Di Francesco non vuol rischiare di presentarsi al derby perdendo i pezzi, tra sabato prossimo e il mercoledì successivo, con la trasferta di Oporto per il ritorno degli ottavi di Champions League, si schiudono per l’allenatore le possibilità di farsi confermare alla guida del club anche per la prossima stagione. O almeno far venire qualche dubbio al club, che ieri ha inaugurato la sua nuova sede amministrativa all’Eur davanti alla sindaca Raggi e al presidente del Consiglio Conte, protagonista pure di un botta e risposta con Totti: «Stiamo lavorando tanto», ha detto il premier, «E meno male», la replica dell’ex capitano. In fondo la sorte avversa ha già tolto 31 volte a Di Francesco un calciatore per infortunio. E la sorte nemica è il terrore principale pure in casa della Lazio. Che ieri ha deciso di farsi “esorcizzare”. Lotito ha aperto le porte di Formello a un sacerdote, in visita con compiti chiarissimi: il presidente, molto credente ma anche decisamente scaramantico, ha chiesto al religioso di benedire il campo di allenamento e pure lo spogliatoio. Proprio pensando al derby. Che a Formello si sentano vittime di una maledizione è evidente. Ieri ci si è messa anche il solito caso ultrà: l’Uefa ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del club dopo la partita di Siviglia per “comportamento razzista”. Una cinquantina di tifosi, dei mille presenti allo stadio Sánchez-Pizjuán, sarebbero responsabili di saluti romani, la società ha 6 giorni per fornire chiarimenti. Gli stessi che la dividono dal derby, che rischia di affrontare con una difesa maciullata dagli infortuni e con Radu squalificato: la partita con l’Udinese in programma lunedì è stata rinviata perché martedì dovrà giocare in Coppa Italia col Milan. Contro Piatek, a disposizione il solo Acerbi, più il terzino adattato Patric e il regista Leiva, che retrocederebbe a libero. Per questo pochi giorni fa mezza squadra era partita per la Serbia, per farsi curare dalla “maga” di Belgrado, una fisiatra che s’affida a metodi naturali. Chissà se per restituire a Simone Inzaghi i difensori acciaccati Bastos, Luis Felipe e Wallace basterà un esorcismo.