Stadio, Parnasi e altri 14 a processo

07/02/2019 13:29

LEGGO (L. CALBONI) - Rinvio a giudizio per 15 persone. Questa la richiesta che il pm ha avanzato alla Procura della Capitale riguardo all'inchiesta sullo stadio della Roma. Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dall'annuncio della Sindaca Virginia Raggi, che ha definitivamente sbloccato l'impasse burocratica, che la vicenda collegata alla costruzione dell'impianto giallorosso si arricchisce di un nuovo capitolo: la richiesta di rinvio per 15 persone, coinvolte nell'indagine giudiziaria sulla struttura che verrà costruita sull'area attualmente occupata dall'ippodromo di Tor di Valle, e di proprietà del costruttore romano Luca Parnasi. Lo stesso Parnasi è considerato dagli inquirenti il capo e organizzatore della struttura che ha cercato di trasformare la costruzione del centro sportivo giallorosso in un lucroso affare. Affare che si è considerevolmente ridimensionato, dopo che il Campidoglio e la giunta Raggi hanno imposto, per l'approvazione del progetto un taglio delle cubature di circa il 50% del totale.

Secondo la Procura di Roma infatti il costruttore era a capo di un gruppo che ha commesso «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali». Una associazione portata avanti da Parnasi e dall'ex numero 1 di Acea, Luca Alfredo Lanzalone. Ma proprio il nome di quest'ultimo dirigente, altra figura di spicco all'interno dell'inchiesta su Tor di Valle, non figura fra le persone rinviate a giudizio: il gip infatti a dicembre aveva accolto la richiesta della Procura di giudizio immediato per Lanzalone, e il suo processo partirà il prossimo 5 marzo. L'ex numero 1 della Acea è accusato di corruzione e si trova dallo scorso giugno agli arresti domiciliari.

Nel filone principale dell'inchiesta, le accuse a vario titolo vanno dall'associazione a delinquere al finanziamento illecito e corruzione. Oltre allo stesso Luca Parnasi rischiano di rimanere coinvolti nell'inchiesta della procura, oltre ai suoi più fidati collaboratori, anche l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio eletto con Forza Italia Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale PD Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali Francesco Prosperetti: quest'ultimo si dice «fiducioso», e convinto che le indagini dimostreranno la sua «totale estraneità» ai fatti.