07/02/2019 13:32
IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Tra palco e realtà, come canta Ligabue, c'è una montagna di soldi. Soldi virtuali che il Campidoglio ancora non ha in cassa, con cui promette, però, di rivoluzionare la mobilità romana «tra 5/10 anni». È l'ultimo appiglio che è stato offerto al Politecnico di Torino per provare a smussare la stroncatura netta al progetto Tor di Valle. E i prof piemontesi, nella conferenza stampa di martedì, hanno detto che proprio sulla base del Pums hanno sfornato un «sì condizionato» alla costruzione del nuovo stadio, con annesso mega centro di negozi, uffici e alberghi. L'impatto sul quadrante Sud di Roma sarebbe «catastrofico», a meno che non siano mantenuti tutti gli impegni promessi dal Comune in questo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Una lista di 20 «punti fermi» in larga parte solo abbozzati, senza scadenze precise e soprattutto, in molti casi, senza un euro di finanziamenti certi. A volte non è nemmeno stata presentata la domanda al Ministero dei Trasporti. In altri casi, come per «il prolungamento della metro B a Casal Monastero» (è citato nella relazione del Comune spedita al Politecnico), si tratta di interventi congelati dalla stessa amministrazione, per bocca dell'assessore Linda Meleo. Insomma progetti accantonati, per non dire archiviati. Eppure ai prof sabaudi sono stati presentati come ancora in vigore, a tutti gli effetti.
FILOBUS E FUNIVIA Senza contare che appena due opere (la funivia a Magliana e la filovia da Tor de' Cenci) sarebbero non troppo distanti da Tor di Valle. E il resto? Tutti altri quadranti e settori; dal potenziamento delle metro ai semafori intelligenti, i tram in centro storico, le telecamere intelligenti per monitorare gli spostamenti delle auto e perfino dei pedoni (seguiti col Wi-fi e il Bluetooth). Tutti progetti futuribili che nulla hanno a che vedere col rischio di «blocco totale» del traffico in cinque grandi arterie, dal Raccordo alla Roma-Fiumicino, paventato dal Politecnico. Per evitare l'automobile, i tifosi potrebbero forse andare allo stadio in barca, si intuisce dalle carte consegnate dai tecnici della Mobilità all'università torinese. «Va segnalata - si legge nel passaggio sulle vie alternative - la presenza del Tevere che da Tor di Valle è navigabile fino a Roma». E perché non a nuoto? Sempre per ridurre gli inevitabili ingorghi, s'intende... Dai documenti dei tecnici dei trasporti capitolini, si evince che sarà impossibile rispettare la delibera sul «pubblico interesse» del nuovo stadio, approvata dalla maggioranza di Virginia Raggi nel giugno 2017. Lì, tra le condizioni poste dall'amministrazione, si prevedeva un potenziamento massiccio della Roma-Lido per arrivare a «minimo 20mila passeggeri l'ora». Le carte della Mobilità comunale invece parlano di «massimo 18mila passeggeri l'ora». E anche per la ferrovia FL1 - che ha l'unica altra stazione nei paraggi - la delibera sarebbe sconfessata, impossibile osservare quanto pattuito. La Regione segue la pratica da vicino. La giunta di Zingaretti dovrà esprimersi solo al termine del tortuoso iter comunale, quando e se l'Assemblea capitolina avrà votato la variante urbanistica, sempre che non abbiano avuto la meglio i grillini malpancisti. Massimiliano Valeriani, assessore regionale all'Urbanistica, fa capire che non sarà votata la delibera finale, che vale come permesso a costruire, se i privati non cambieranno il progetto per adeguarlo alle prescrizioni sfornate dalla Conferenza dei servizi, a dicembre 2017. Prescrizioni sul traffico e sui trasporti oggi malandati da riammodernare su larga scala. «L'assenza degli adeguamenti richiesti rischierebbe di creare ostacoli oggettivi e insormontabili per il via libera definitivo», spiega Valeriani. Che dice di «condividere l'auspicio del Campidoglio di vedere presto completato l'iter autorizzativo, ma è fondamentale che la variante voluta dal Comune rispetti le prescrizioni scaturite dalla Conferenza dei servizi, con particolare attenzione agli interventi per la sicurezza e per la mobilità, sia pubblica che privata».
«RIUNIONI SETTIMANALI» Parole indirizzate anche al Comune, dove Virginia Raggi l'altro ieri ha varato l'ennesima task force sullo stadio: la due diligence avviata dopo l'inchiesta per tangenti sarebbe conclusa - anche se i tecnici dell'Urbanistica non hanno terminato le verifiche... - e ora un nuovo «gruppo di lavoro» dovrà rendicontare alla sindaca, «con cadenza settimanale», le evoluzioni sul progetto. Ne faranno parte 4 manager, il vice-direttore generale del Comune e i responsabili dei dipartimenti Trasporti, Urbanistica e Avvocatura.