22/03/2019 15:21
IL FATTO QUOTIDIANO (V. PACELLI - P. ZANCA) - Il giorno dopo l'arresto per corruzione del presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito, un'altra grana si abbatte sul MSs: anche Daniele Frongia, già vicesindaco in Campidoglio oggi assessore allo Sport, è indagato dalla Procura di Roma nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, quello dal quale è nato il troncone d'indagine che ha portato all'arresto di De Vito. L'accusa per Frongia è corruzione: avrebbe segnalato - come Il Fatto raccontò il 22 settembre - una persona da assumere in una delle società del costruttore Luca Parnasi, accusato dai pm di Roma di essere a capo di una associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione.
Era stato lo stesso Parnasi a raccontare ai pm, durante un interrogatorio, di aver chiesto lui stesso a Frongia se avesse qualcuno da segnalargli come responsabile delle relazioni istituzionali di una sua società, la Ampersand. Frongia avrebbe proposto una donna di 30 anni. L'incarico poi non fu formalizzato, anche perché Parnasi venne arrestato prima. L'imprenditore romano però ai pm ha anche detto di non aver mai ricevuto pressioni o richieste di favori da parte di Frongia. La Procura hai scritto quindi l'assessore nel registro degli indagati, mala sua posizione va verso l'archiviazione. Quando Il Fatto pubblicò a settembre le rivelazioni di Parnasi, Frongià spiego: "Parnasi avrebbe dichiarato che sarei uno dei pochi, forse l'unico, tra i politici che ha incontrato a non avergli mai chiesto né ad aver ricevuto favori. È così. L'ho incontrato un paio di volte, come faccio con tanti imprenditori che vogliono investire nello sport a Roma, e in una occasione mi disse di essere alla ricerca di personale specializzato per una sua nuova azienda chiedendomi se conoscessi qualcuno con determinate competenze. A puro titolo di condivisione, ho passato questa informazione a persone con i requisiti ricercati". Appena la notizia della sua iscrizione per corruzione è diventata pubblica, ieri pomeriggio alle 16, l'assessore - fedelissimo di Virginia Raggi - ha fatto sapere che "avendola certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell'imminente archiviazione".
Qualche ora più tardi, però, l'ex vicesindaco ha dovuto annunciare la sua autosospensione dal Movimento e rimettere le deleghe da assessore: una decisione arrivata dopo il pressing di Luigi Di Maio, che ieri ha spedito in Campidoglio il suo emissario Max Bugani per capire i contorni della vicenda. Che evidentemente non lo hanno convinto. Più volte, ieri, il capo politico dei 5 Stelle ha sentito Virginia Raggi. E non ha mancato di farle arrivare il suo "disappunto": in ballo, le ha spiegato, c'è l'immagine del Movimento, che non può essere danneggiata da qualcuno che ha affrontato le cose "con sufficienza". Non solo perché - secondo i principi grillini - i rapporti con Parnasi andavano gestiti coi piedi di piombo, ma anche perché Frongia non avrebbe informato i vertici M55 dell'indagine a suo carico. Secondo quanto ricostruito, Frongia era a conoscenza da qualche giorno dell'inchiesta che lo riguardava, maavrebbesottovalutatolaquestione,certodellaprossima archiviazione. Di Maio - che, ricordiamolo, finì nei guai per non aver condiviso la mail che lo avvertiva dell'inchiesta su un altro membro della giunta Raggi, l'ex assessore all'Ambiente Paola Muraro - non ha gradito tanta riservatezza. Fonti vicine al capo politico fanno sapere che solo ieri alle 14 Frongia avrebbe "furbescamente" scritto ai probiviri, consapevole che la notizia sarebbe stata pubblicata on line, come poi del resto è avvenuto. "Non ci si comporta così": al di là dell'esito giudiziario della vicenda, insistono dal M55, l'atteggiamento del braccio destro della Raggi "ha un peso". E non è passato per nulla inosservato.