Roma, veleni e rivoluzione: cacciato Di Francesco, panchina al tifoso Ranieri

08/03/2019 15:44

LA STAMPA (G. BUCCHERI / M. DE SANTIS) - Eusebio Di Francesco non è più l’allenatore della Roma, consumato sull’altare di troppi alti e bassi che hanno finito per dilapidare il credito, quasi una meraviglia, della semifinale di Champions dello scorso maggio. Proprio dentro la coppa che sembrava il suo giardino preferito, l’allenatore abruzzese ha bruciato le ultime energie, anche per colpa di un arbitro, il signor Cakir, che ha scelto di non rivedere alla tv il fallo da rigore su Schick proprio sul sipario della sfida di Porto, tanto lunga, quanto crudele. Decisione che ha portato il patron giallorosso James Pallotta sull’Aventino («Ci hanno derubato, sono stufo di questa m...», il suo sfogo).

Sfidò Mourinho per il titolo Via Di Francesco con il dolce bottino, per il club, di oltre 150 milioni di euro (il prezzo, guadagnato, del cammino in Europa nelle ultime due edizioni di Champions), spazio al romano e romanista Claudio Ranieri. «Per me, questi, sono stati i mesi più belli, intensi ed adrenalinici della mia carriera da allenatore. Adesso state vicino a Francesco (Totti, ndr) e Daniele (De Rossi, ndr), i punti di riferimento della rinascita...», disse il tecnico testaccino il pomeriggio del 20 febbraio 2011, quando lasciò la panchina della Roma dopo quasi due anni e  uno scudetto, la stagione precedente, buttato alle ortiche nel secondo tempo della partita con la Sampdoria.  Ranieri torna nella Capitale da dove sfidò l'Inter di Mourinho, quella del Triplete, fino ai passaggi finali di un campionato che per 37 aveva virtualmente vinto il 16 maggio del 2010. E torna per una questione di fede e di tifo: il manager che ha stregato il mondo vincendo la Premier League alla guida del Leicester non avrebbe posto condizioni ad un ruolo, di fatto, da traghettatore fino a giugno (l’obiettivo, poi, sarà Sarri, il sogno Allegri).

Lascerà anche il ds Monchi Nove negli ultimi nove anni e mezzo. Sette inotto stagioni a proprietà Usa: questi i numeri dei cambi tecnici della Roma. Il ritorno di Ranieri - è atteso 0ggi, domenica la presentazione - trova il suo sponsor anche in Franco Baldini, già dirigente giallorosso a più riprese e, 0ggi, diretto consulente di Pallotta. Con Di Francesco (commosso il suo saluto ad una squadra che non lo ha mai osteggiato) uscirà di scena - forse già oggi - anche il direttore sportivo dei miracoli a Siviglia e delle tante, molte trattative poco digerite nella Capitale: quella che doveva essere l’era gentile dell'elegante Monchi, ieri contestato alla partenza da Porto, verrà ricordata per un’avventura da oltre 250 milioni di euro in uscita per l’arrivo di ventuno giocatori dalla primavera del 2017.  Ranieri in panchina, Totti dirigente e De Rossi in campo (una volta guarito dall’ultimo guaio muscolare): la Roma ai romani suona come un controsenso nell’era a stelle e strisce, ma, in parte, sarà così per raggiungere quel vitale quarto posto che apre alla prossima Champions e ai suoi guadagni. Totti ha difeso l’amico Di Francesco fino all’ultimo, ma, ora che ritrova Ranieri sebbene in ruoli diversi, non può che esserne felice. «Entrò nello spogliatoio e disse: restano fuori Francesco e Daniele. Ora posso dire che ebbe le palle per farlo...», così Totti. I due simboli della Roma rimasero fuori dopo il primo tempo di un derby perso e, vinto nella ripresa. Per la città quello che sembrò un affronto si trasformò in rinascita . «Con lui si parla in romanesco», ha sempre sostenuto l’allora capitano.