20/03/2019 13:12
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Sullo stadio sono già d'accordo. "L'Olimpico è troppo dispersivo", ha detto a novembre scorso Maurizio Sarri, paragonandolo a Wembley dove aveva appena perso contro il Tottenham e dove un mese fa si è visto sfilare sotto gli occhi la Carabao Cup vinta dal Manchester City ai rigori contro il suo Chelsea. Vaglielo a dire a Pallotta, che sta ancora aspettando di iniziare a costruire il nuovo impianto. Non si conoscono personalmente ma uno potrebbe servire all'altro. O meglio, Sarri serve sicuramente alla Roma mentre il tecnico toscano si potrebbe ritrovare presto senza panchina. E la prospettiva di riavvicinarsi a casa, tutto sommato, non lo disturba.
L'ex condottiero del Napoli quasi scudettato è la prima scelta dei giallorossi e l'uomo perfetto per riunire le varie anime che, mai come in questa fase tempestosa, devono decidere a chi affidare l'ennesima rivoluzione tecnica di Trigoria. Dove intanto si cerca di far ordine: l'ultima mossa è la richiesta di Massara ai collaboratori Balzaretti e Vallone di non seguire più la squadra in trasferta, comunicata ai due dal Ceo Fienga. L'influente (e ingombrante) consulente Baldini è amico dell'allenatore del Chelsea, il pranzo di novembre a Londra è solo un dettaglio di un rapporto cementato negli anni (le loro case in Toscana distano poche centinaia di metri) e trasmesso anche ai rispettivi figli: Nicolè Sarri e Gabriele Baldini hanno fondato insieme una società ad Arezzo (la Inexma) e nel 2015 hanno lavorato a una "app" dedicata al calcio.
Pallotta è un esperto del settore mentre sulle questioni strettamente tecniche continua a fidarsi motto del suo consigliere itinerante tra il Sudafrica e Londra. La scelta di Sarri, però, metterebbe d'accordo tutti, a cominciare dall'attuale diesse Massara a caccia della conferma, passando per Fienga e Baldissoni che ora si dividono la guida dell'azienda Roma. Difficile pensare che, qualora dovesse arrivare un altro direttore sportivo, si opporrebbe alla chiama dell'allenatore del Chelsea, profilo perfetto per vari motivi: ha un "nome" forte che, almeno in partenza, meriterebbe il rispetto dello spogliatoio e rilancerebbe l'immagine della Roma a livello mediatico. In più a Empoli e a Napoli ha dimostrato di sapervalorizzare tanti talenti, non necessariamente campioni. Non ha il palmares di Conte o di Allegri, ma è in grado di dare quella scossa positiva di cui c'è tanto bisogno a Trigoria.
Il problema non è tanto il Chelsea ma come sempre, i soldi. Il rapporto tra Sarri e i Blues sembra segnato, dopo la settima sconfitta in campionato subita con l'Everton a Londra si è tornato a parlare insistentemente di esonero dell'allenatore, in rotta con la società e con parte dei giocatori, a causa del suo vero difetto irrisolto: fa giocare sempre gli stessi, i titolari si stancano e quelli che stanno fuori mugugnano. I tifosi, poi, accusano Sarri di aver portato il suo pupillo Jorginho rovinando il centrocampo e adesso iniziano a interrogarsi sulle condizioni di Higuain. Insomma, titoli di coda in arrivo a prescindere da come finirà la stagione del Chelsea in Europa League e in Premier. Ma in caso di esonero, il tecnico avrebbe ancora un anno di contratto a 9 milioni di sterline lordi. Farà come Conte, restando fermo senza rinunciare a un centesimo? Oppure avrà voglia di rimettersi subito in gioco a Roma o altrove? Vista la sua carriera, che lo ha portato a guadagnare così tanto solo ora che ha appena compiuto 60 anni, è difficile pensare a rinunce economiche. Quindi, nel caso Pallotta dovrà convincerlo con un'offerta sostanziosa e un progetto che lo alletti. Il piano B porta a Gasperini più che a Giampaolo, con obiettivo di ripetere il miracolo-Atalanta a livelli più alti. Ma vale ancora la pena aspettare Sarri. Insieme al nuovo stadio, meno dispersivo.