22/03/2019 12:45
IL MESSAGGERO (S. PIRAS) - Si è sobbarcata l'interim di deleghe pesanti come l'Ambiente e i Rifiuti e rischia di prendersi quelle allo Sport e ai Grandi Eventi che sono vacanti in attesa che la Procura archivi l'inchiesta su Daniele Frongia. Ma la delega più politica che ha assunto ieri la sindaca Virginia Raggi è quella dell'indagine interna. Altro che due diligence. Dietro gli anglicismi si poteva nascondere la paura dell'infiltrazione corruttiva. Altro che indagine del Politecnico. L'illusione si era già spenta quando l'impatto del progetto fu definito dai professori universitari «catastrofico».Ora è il tempo dell'ispezione profonda, del corpo a corpo, del legittimo sospetto su ogni firma che è stata apposta e in qualche modo forzata dal sistema di corruttela scoperchiato dai magistrati. Ieri Raggi ha convocato tutti i dirigenti apicali delle aree più esposte ai reati. «E ora ditemi chi ha avuto rapporti con Marcello De Vito e su cosa». Questa la perentoria richiesta della sindaca ai dirigenti per andare alla fonte del problema, smascherarlo, cercare di prevenire, almeno nei tempi, la procura. Ha incontrato anche Gabriella Raggi, la capo segreteria dell'assessore Luca Montuori che con tutta probabilità sarà rimossa dall'incarico perché indagata per corruzione.
Per questo verrà acceso un faro potente sui progetti che compaiono nelle carte dell'inchiesta. Gli approfondimenti verteranno su Tor di Valle che ora staziona in un limbo, una specie di quarantena. Ma anche gli altri progetti subiranno uno stop per essere passati al setaccio e sono: gli ex Mercati generali, l'ex fiera, il progetto l'ex stazione Trastevere e i piani di zona. «Rallenterà tutto ma ora è prioritario», è il ragionamento. Perciò dai lavori pubblici all'Urbanistica, dal Verde all'Avvocatura. Tutti sono andati a rendere conto di fronte a Raggi di quel sistema che risulta agli inquirenti.
L'INTERVENTO - Serve anche ad andare «avanti compatti», perché «abbiamo un progetto comune», come ha ribadito fino alla nausea Raggi alla sua maggioranza scossa e paralizzata dall'intervento dei pm. Hanno paura delle penali da pagare i consiglieri ma la sindaca ha spiegato che ora è necessario fare una verifica amministrativa e che lo stadio non si deve fare a tutti i costi. L'hashtag Lo stadio si fa non c'è più. Per i progetti ora congelati Raggi dovrà capire fin dove è penetrata la mano di De Vito. Quei dossier risultano infatti pilotati e perciò considerati dagli indagati «redditizi».
LE PAROLE - «L'analisi contestuale di entrambi i procedimenti (i due filoni di inchiesta sullo stadio della Roma ndr) fotografano il grave fenomeno corruttivo che si è realizzato ai vertici di Roma Capitale», scrive il gip e queste parole sono ora scolpite. Con l'aiuto del capo do gabinetto Stefano Castiglione la sindaca ora procederà a una disamina attenta. Il braccio destro di Raggi sarà Cinzia Esposito, la dirigente dell'Urbanistica considerata un ostacolo da Parnasi e che Raggi ha voluto a capo di questo settore così delicato trasferendola da Ostia al Campidoglio. Si va per contrasti ormai e i nemici del nemico diventano amici.