14/04/2019 14:26
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Secondo successo consecutivo e la Champions non appare più una chimera. La Roma non ruba certamente l’occhio ma continua a racimolare punti. A Ranieri va bene così: «Devo fare i complimenti ai ragazzi perché non si sono mai disuniti.È stata una partita difficilissima, abbiamo sofferto molto all’inizio, poi abbiamo preso bene le misure.Adesso i giocatori hanno compreso quello che voglio da loro, di essere squadra. Credo mi stimino e stanno cercando di fare quello che chiedo. Io vorrei di più ma va bene così. Qui ci dobbiamo sacrificare tutti per il bene della Roma». La lotta al quarto posto è più viva che mai, Dzeko ha parlato di «miracolo», il tecnico di San Saba non si illude: «Credo che tutte le squadre che stanno lì in classifica,Milan,Lazio e Atalanta, lotteranno fino in fondo. Sarà un particolare a mandarne una in Champions e le altre in Europa League. Ci sarà da lottare fino all’ultimo».
L’IMPORTANZA DELLA DIFESA - Se però la Roma, come accaduto per la seconda volta consecutiva ieri, non subisce gol diventa tutto più facile: «È quello che dico dall’inizio alla squadra, prima o poi il gol lo facciamo. L’importante è non subirlo. Nel primo tempo abbiamo rischiato: loro sono bravi a ripartire e buon per me che ho giocatori veloci. Avevamo un uomo in meno a centrocampo ma dovevo fare i conti con i minutaggi».Torna sulle scelte e sul fatto che nell’antivigilia avesse escluso di far giocare insieme Dzeko e Schick: «Non è stata pretattica. Avevo sinceramente pensato di schierare Pellegrini dall’inizio ma quando faccio i conti la sera prima, vado a pesare anche quanto può giocare un giocatore. Sapevo che De Rossi non poteva reggere per 90’. Ho dovuto così mettere le due punte anche se a lungo c’è mancato un uomo di raccordo». Trovato con l’ingresso di Pellegrini, proprio al posto del ceco. Senza di lui, Dzeko è sembrato giocare meglio. Ranieri non raccoglie la provocazione: «Edin è il goleador principe, scelgo lui perché non è possibile che renda sotto la media. Il gol comunque nasce da una grande invenzione di El Shaarawy»