IL PUNTO DELLA DOMENICA - DOTTO: "Segnali di vita" - DI CARO: "Roma incomprensibile, non ammette previsioni"

07/04/2019 17:22

LAROMA24.IT - La boccata d'ossigeno tanto attesa, l'occasione finalmente sfruttata. La Roma vince a Genova e si rimette in corsa per la . Aspettando lo scontro diretto tra Atalanta e e l'impegno della Lazio, i giallorossi tornano a sperare.



Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola


CORRIERE DELLO SPORT (G. DOTTO)

Nella mischia di un match fin lì equilibratissimo, spunta la barba di Daniele, gialla di pelo, rossa di rabbia e sono i tre punti che ti rimettono al mondo quando il mondo è tutto un pollice verso. C'è anche la Roma nella baraonda per la (sei squadre a giocarsela, non si sa se più assatanate o tremule). Notizia per niente scontata. E copione scritto da mano che più ispirata non si può: apre e parla da dirigente, segna e chiude da capitano. Segnali da interpretare? Dico proprio di sì. Sicuramente, segnali di vita. Che confermano e rilanciano quanto già intravisto all'Olimpico con la . Determinazione, voglia di esserci e compattezza di gruppo, l’altra notizia per niente scontata da Genova. Una volta in vantaggio, la Roma difende schiumando come una provinciale ed esultando come un’affamata che difende l'osso per il suo sesto clean sheet di una stagione con numeri da colabrodo. Nulla è un caso. Non è un caso se la squadra ritrova unione d'intenti e voglia di battersi la sera in cui e , ognuno nella sua parte, chiamano alle armi. in campo è passione contagiosa. Non puoi nasconderti se hai la sua stessa maglia.



GAZZETTA DELLO SPORT (A. DI CARO)

Il Torino stoppato a Parma perde una grande occasione. I granata non hanno concretizzato nel finale un paio di ripartenze che gridano vendetta. La corsa per l'Europa League continua, ma una vittoria avrebbe catapultato Mazzarri in quella per la . Dove rientra la Roma che vince a casa della Samp. A 51 punti (-1 dal Milan) torna a vedere l'obiettivo. Nonostante i segnali di ripresa evidenti, l'incomprensibile Roma di quest'anno non consente previsioni. Ma un ritorno di sano ottimismo è lecito.


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

L’abbraccio di con sul prato di Marassi prima dell’inizio della sfida con la Samp è qualcosa che va oltre il simbolismo: è un segno del destino visto che sarà proprio il capitano giallorosso, al primo gol in campionato (secondo stagionale), a rimettere incredibilmente in corsa la Roma.

La squadra di sfrutta il passo falso del Milan e aspetta lo scontro diretto di oggi -Atalanta e la Lazio che all'Olimpico ospita il per fare un bilancio vero della giornata. Ma il suo lo ha fatto, portando via da Genova tre punti importantissimi per classifica e morale. Punti che non ridanno certezze sul gioco, ma almeno mostrano un segnale di ripresa per questa squadra data già per morta. Bel gioco poco, ma voglia e carattere abbastanza per intravedere il lavoro fatto da che piano piano sta rimettendo in piedi la Roma. La partita conferma i progressi mostrati contro la , nel senso che alla sua quinta uscita targata la squadra inizia ad avere una fisionomia, anche se fatica ancora in fase di realizzazione.

La fortuna è che dall'altra parte del campo c'è la Samp che fa altrettanto fatica negli ultimi metri e l’urlo liberatorio di alla conferma del gol discusso dalla Var, dimostra quanto questo gruppo aveva bisogno di scaricarsi dal punto di vista emotivo. Ma gol a parte, il problema continuano ad essere le amnesie difensive che anche ieri sera sono apparse «spot» durante la gara. Quando la squadra giallorossa è pressata in difesa, tende a commettere gli stessi errori, arriva poco ossigeno al cervello e si vede di tutto: i giocatori addirittura faticano a spazzar via il pallone. Cosa che invece stavolta gli è riuscita, soprattutto nell’assalto finale all'arma bianca della Samp, concluso con un contropiede da infarto nato proprio dall’ennesima distrazione giallorossa. I tre fischi di Mazzoleni sono arrivati come manna dal cielo per i duemila romanista arrivati fin lassù per dimostrare che loro cui sono: sempre.