26/04/2019 14:46
LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - La più più bella annata del Toro di Cairo stupendamente bella lo resterà in ogni caso, che i granata vadano in Champions o che restino fuori da tutto. Ma finirà comunque con una strana ombra a sovrastarla. Strana e imprevista. È la rottura dei rapporti, personali e di lavoro, tra il presidente e Gianluca Petrachi, il dirigente che gli sta a fianco da oltre nove anni. E proprio sul più bello,il direttore sportivo se ne andrà. Lo ha cercato la Roma ed è normale che la tentazione sia molto forte, soprattutto dopo un’esperienza così lunga nello stesso club e con un contratto che andrà in scadenza nel 2020. Ha invece meravigliato il modo, con gli stracci che volano, le accuse scambiate in pubblico e il probabile ricorso alle carte bollate, visto che non è affatto scontato che Cairo non pretenda il rispetto della firma che il ds mise. I rumors su Petrachi a Roma circolano da un mese almeno, e non sono campati per aria. D’altronde, a Torino Petrachi ha lavorato bene e s’è fatto di generatore di plusvalenze, rivendendo a molto giocatori comprati a poco (Darmian e Cerci, Glik e Bruno Peres, Ogbonna e Zappacosta) e venduti a molto. Sembrava che andasse tutto bene, ma a Cairo non è andato giù che all’origine del divorzio ci sia stato un sotterfugio. Cairo dovrà cercare un altro uomo di fiducia dopo averne bruciati un bel po’ (Salvatori, Tosi, Antonelli, Foschi) prima di trovare quello giusto. Potrebbe promuovere Massimo Bava, che sta facendo un lavorone alla guida del settore giovanile, rischiando però di aprire una voragine per tappare un buco, oppure rivolgersi ai nomi che girano ma che non lo convincono, Pecini (Empoli) e Faggiano (Parma). O addirittura al personaggio più qualificato e affascinante, Walter Sabatini, che ha appena divorziato dalla Samp. Sia come sia, che triste quest’ombra sul Toro che brilla.