Bomba contro gli ultrà laziali: «Una vendetta dei romanisti»

10/05/2019 15:53

IL MESSAGGERO (E. LUPINO) - Un derby politico, oltre che calcistico. Si indaga sulla pista dello scontro ideologico dopo l'esplosione in via Amulio 47, sede della storica tifoseria biancoceleste: gli Irriducibili, nota anche per la sua appartenenza all'estrema destra. Si tratta delle prime ipotesi ora al vaglio degli inquirenti dopo la deflagrazione avvenuta presso il quartiere Appio intorno alle quattro del mattino nella notte fra il cinque e il sei maggio. Ma chi indaga non escluderebbe al momento proprio la pista dell'opposta fazione politica, non solo calcistica. Nell'ambito della stracittadina infatti esistono gruppi storici della tifoseria giallorossa, nati negli anni Settanta, dall'identità lontana, e opposta, dalle idee degli Irriducibili.

IL FASCICOLO Intanto gli inquirenti hanno aperto un fascicolo, all'interno del quale allo stato attuale non figurerebbero indagati, ai sensi dell'articolo 280 bis: «Atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi», recita il codice. Le prime risultanze, contenute in un'informativa redatta dal commissariato Appio, sono finite sulla scrivania dei magistrati di piazzale Clodio. Oltre ai video provenienti dalle telecamere però, dovrà ancora essere accertata la natura della deflagrazione. Se si sarà trattato di una bomba carta o di un petardo dovranno stabilirlo successivi esami della Digos, che si era recata proprio davanti alla saracinesca della sede degli ultras laziali per raccogliere i frammenti dell'ordigno. Nelle scorse ore si era espresso duramente sull'accaduto il leader degli Irriducibili, Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik. «Questi atti intimidatori non fermano la nostra voglia di essere Irriducibili», aveva detto il numero uno degli ultras biancocelesti aggiungendo che il movente sarebbe da ricondurre, per logica come lui stesso affermava, a un gesto politico. Pochi giorni prima dell'esplosione a Milano, alla vigilia del 25 aprile e poco prima del fischio d'inizio della finale di Coppa Italia fra Lazio e Milan, uno striscione era stato esposto a piazzale Loreto che recitava Onore a Benito Mussolini. Da quell'episodio scaturirono otto misure di allontanamento dagli stadi (Daspo) disposte dal meneghino Sergio Bracco e indirizzate ad altrettanti membri degli Irriducibili. A decidere se sia stata questa la fattispecie che potrebbe aver acceso la miccia del confronto su un terreno più politico che calcistico, anche perché a poca distanza di tempo dall'esplosione di via Amulio, saranno i tutori del fascicolo: il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto Eugenio Albamonte. Domani alle 15:00 intanto la sede di via Amulio ospiterà un sit-in degli Irriducibili.