01/05/2019 13:20
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La mossa più recente e plateale l'ha fatta lunedì l'Inter che adesso si considera in vantaggio. Ma la Roma e, sempre sottotraccia, la Juve non si chiamano ancora fuori. In mezzo alle pretendenti il candidato eccellente si prepara a sventolare il tricolore, indicando così la sua scelta. Conte dà al priorità al nostro campionato. A meno di sorprese che, in negoziazioni strategicamente così complesse sono da mettere in preventivo, si avvicina il suo grande ritorno in serie A. E' vero che la settimana scorsa il Psg lo ha contattato per offrirgli la panchina (e lui lo ha ricordato a Marotta per forzare la mano), ma l'ultimo aggiornamento dalla Francia è il rinnovo accordato a Tuchel che, senza avere la certezza di essere confermato dalla proprietà qatariota (a Parigi, anzi, ipotizzano il ribaltone), riceverà 2,5 milioni di aumento sull'ingaggio (da 5 a 7,5). È anche sicuro che lo United, perplesso sul finale di stagione di Solkskjaer, sia attento a quanto accade attorno all'ex ct azzurro. Ma Antonio quando è a casa e non sul campo, come ha detto il 18 aprile anche in tv intervistato da Cattelan, fa comandare Elisabetta, cioè sua moglie. Che ha già deciso da tempo, avvertendo il marito: vuole tornare in Italia.
OPZIONE TRIO - In ordine (chissà se solo) alfabetico, ecco scritto il futuro di Conte: Milano, Roma, Torino. Scartato l'estero, insomma. Ma il triangolo, no. Gli occhi di Antonio scrutano l'orizzonte. Nemmeno per lui è nitido. Da top coach può ancora giocare su 3 tavoli. E le carte le dà lui. Sceglierà solo quando avrà davanti a sè il quadro esatto della situazione. Non avrebbe detto sì a nessuno, almeno così si sussurra negli uffici delle società più esposte. Nè a Fienga nè a Marotta, dunque. L'Inter ha già preparato l'accordo triennale da fargli firmare: lunedì il tecnico ha incontrato l'ad nerazzurro e ne ha preso atto. A Trigoria, dove pure la Roma ha già pronto lo stesso contratto di lusso, sono stati informati in tempo reale. Ma c'è sempre la Juve in serie A a fare la differenza. I tifosi bianconeri lo mettono sempre davanti a qualsiasi collega e lui, avendo casa a Torino e incontrandoli quotidianamente per strada, lo sa bene. È in attesa lui (a Torino), proprio come lo sono Zhang e Pallotta. Chissà se presto si unirà a loro pure Agnelli.
VISTA DA TRIGORIA - La Roma si sente in corsa e non sbanda ascoltando qualche rumors che la mette a priori fuori gioco. A soffiare nella vela giallorossa sono almeno 3 motivi, più che significativi: 1) è l'unico club che, avendo in panchina il traghettatore Ranieri, non è impegnato con alcun allenatore per la prossima stagione; 2) usa l'apripista Petrachi, amico fidato di Conte e aspirante nuovo ds al posto di Massara, per rendere credibile ogni mossa della proprietà Usa; ha il gradimento dell'allenatore, caratterialmente complicato da convincere e da accontentare, sul progetto che, nè a Milano nè a Torino, sarebbe plasmato a sua immagine e somiglianza come gli hanno promesso qui. Non basta, però. Anche se nella Capitale vorrebbero sfruttare il duello sotterraneo e trasversale tra l'Inter e la Juve che in pubblico confermano i rispettivi tecnici Spalletti e Allegri, ma poi si fanno la guerra sullo stesso candidato. Che smania, già stanco di attendere. Marotta si sente favorito perché convinto che Zhang stia per cedere, mentre Agnelli ancora resiste al pressing di Paratici e Nedved.
ATTRAZIONE CAPITALE - «Conte mi ha folgorato. Io amo le persone dirette, chi dice la verità. Tatticamente è un mostro, è un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo». Così De Rossi, il 6 aprile 2017. Ieri l'investitura del capitano, oggi invece il realismo di Capello: «Sarebbe una bellissima sfida, se non vendono nessuno e si rinforzano. Meglio della Roma, forse, ci sarebbe l'Inter. È più pronta». A Trigoria pensano il contrario.