23/05/2019 18:13
IL TEMPO (F. SCHITO) - Era arrivato a Marsiglia con l'obiettivo Champions League, se ne va dopo due anni e mezzo senza averlo centrato. La storia tra Rudi Garcia e l'Olympique è già finita: manca una giornata al termine della Ligue 1 ma l'ex allenatore della Roma ha ufficializzato l'addio in confe-renza stampa, con la squa-dra a distanza siderale dal Lione terzo posto (-11) ed eliminata già nella fase a gi-roni di quell'Europa League che lo aveva visto marciare fino alla finale nella scorsa stagione. Per l'assalto alla zona Champions aveva voluto fortemente Kevin Strootman ma non è bastato, così come l'arrivo a campionato in corso di Mario Balotelli. Soltanto a ottobre, il tecnico aveva rinnovato fino al 2021. «Se avessi ascoltato solo il mio carattere e la mia determinazione sarei rimasto - ha dichiarato - ma la ragione mi dice che è giusto fermarmi ora: è meglio separarci adesso dopo questo prima parte del progetto. La nostra stagione non è stata buona ma neanche catastrofica come quella del Monaco, o del Lille lo scorso anno: mi assumo la mia parte di responsabilità per aver fallito l'ingresso in Champions, spero possano riuscirci tra un anno».
Garcia si è confermato ben lontano dai fasti del suo primo anno a Roma, e la sua carriera non esce certamente rinforzata dall'esperienza all'OM. Una sorte che rischia di condividere con Luciano Spalletti, arrivato a Milano tra gli squilli di tromba della critica. La luna di miele con i tifosi interisti, sempre più polemici sui social network e non solo, è finita dopo un anno: i ricordi del quarto posto acciuffato in extremis dodici mesi fa contro la Lazio sono stati offuscati da una stagione strana, in cui l'Inter sembrava aver blindato un accesso in Champions che in realtà è ancora apertissimo a 90 minuti dal termine della stagione. I nerazzurri restano favoriti per l'ingresso nell'Europa che conta, ma dovranno battere un Empoli agguerrito. Comunque vada, il futuro di Spalletti sembra lontano da Milano. La schiera degli ex romanisti non sorride: Vincenzo Montella, il primo a risentire delle decisioni della nuova proprietà giallorossa, sta rischiando una clamorosa retrocessione alla guida della Fiorentina, ereditata da Pioli a ridosso della zona europea e trascinata in un baratro senza fine.