Europa League sia. Ranieri: “Futuro senza Champions”

20/05/2019 15:00

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Ed Europa League sia. La Roma, dopo lo 0-0 di e la vittoria dell’Empoli contro il Torino, è matematicamente qualificata per la coppa minore, la figlioccia della . Se dalla porta principale o se dopo i preliminari, si capirà solamente dopo l’ultima di campionato. Partire il 25 luglio, e giocare ben tre turni estivi per arrivare ai gironi, rovinerebbe, e non poco, l’estate di una squadra che sta arrivando al capolinea di una stagione tremenda, devastante, che ha visto cambiare in corsa allenatore, direttore sportivo (oltre che tutti i ruoli dei vertici dirigenziali) e dire addio a . Qualificarsi per i preliminari farebbe saltare la tournée negli Stati Uniti, a cui tiene tanto, anticipando tutta la preparazione. La Roma, in quel caso, dovrebbe radunarsi prima della fine di giugno, a un mese dal turno d’esordio, mettendo in discussione il ritiro a Trigoria. Senza partenza per gli Usa, il nuovo tecnico potrebbe chiedere di portare i giocatori in montagna. Gasperini è, in questo senso, un allenatore abituato ad ossigenare i suoi tra i monti, e se gli accordi già presi con lui si concretizzassero, è molto probabile che si tornerebbe a prendere in considerazione una destinazione in altura. Non sarà semplice per il nuovo tecnico raccogliere le macerie lasciate a Trigoria, destinate ad aumentare in quest’ultima settimana, quella che porterà a salutare i tifosi giallorossi all’Olimpico, domenica, contro il Parma. E non fanno ben sperare le parole di dopo lo 0-0 col . «Non penso che, pronti via, si potrà lottare per la — lo sconforto del testaccino — magari per l’Europa sì. Se poi un anno le cose gireranno bene, allora si potrà tornare nella coppa più importante». Quindi, solamente la fortuna, secondo , potrebbe spingere la Roma di nuovo tra i grandi d’Europa, altrimenti l’aria è quella di navigare piuttosto a vista. Le cessioni illustri, che ci saranno ancora, un nuovo tecnico, un nuovo ds, senza il giocatore più amato in rosa e col futuro di da definire: presupposti che, per , disegnano mesi di ricostruzione e ridimensionamento. «Senza immagino che si debba vendere pedine importanti — continua il tecnico — visto anche quanto ha dovuto cedere il club anche negli anni in cui si è qualificata. Ma il presidente non sono io». a Reggio Emilia è rimasto in panchina perché ancora non al meglio. I tifosi continuano con la protesta (sempre più internazionale: striscioni contro esposti anche a Parigi, Copenaghen, Dusseldorf, Salonicco), che proseguirà domenica allo stadio, concedendo una tregua solamente per omaggiare il numero 16.