21/05/2019 13:10
LEGGO (F. BALZANI) - «Io direttore tecnico? Non so nulla, se arriva la proposta la valuterò». Totti non chiude la porta, ma nemmeno apre le braccia in maniera incondizionata al futuro in una Roma comandata ancora dal nemico Baldini. L'ex capitano ieri è entrato ufficialmente nella Hall of Fame del calcio italiano e durante la premiazione a Firenze («Sono orgoglioso») non è sembrato entusiasta del passaggio dietro la scrivania: «Sul rettangolo di gioco mi divertivo di più, era più facile per me. Da dirigente sto capendo alcuni meccanismi che non pensavo ci fossero. Comunque era meglio giocare. Il piede è stata la mia fortuna, ma parte tutto dalla testa, dai sentimenti e dai valori». Quei valori che la tifoseria romanista sente di aver perso dopo il mancato rinnovo di De Rossi. Totti non si è ancora espresso sulla decisione presa tra Boston e Londra, così come non ha ancora chiarito il suo futuro. Perdere un'altra bandiera rappresenterebbe forse il colpo finale per una società contestata ormai in ogni angolo di Roma (e non solo). Così Pallotta si sarebbe deciso a mantenere la promessa fatta ormai due anni fa ed assegnare a Totti il primo ruolo operativo da dirigente. Un ruolo che lo vedrebbe a stretto contatto col campo. Specialmente per quanto riguarda il rapporto con i settori giovanili. Il lavoro maggiore lo affronterebbe selezionando e aiutando la crescita dei ragazzi, ma Totti affiancherebbe pure il nuovo ds Petrachi nella scelta dei giocatori. E proprio su questo punto Francesco vuole vederci chiaro. Qualche settimana fa l'ex numero dieci ha dichiarato: «Se avrò più poteri cambieranno molte cose». Tradotto: vuole carta bianca, e quindi non dover subire le scelte di altri. Dove altri sta per Franco Baldini. Il consulente fidato di Pallotta, però, sta mettendo su la nuova Roma consigliando al presidente il rifiuto a De Rossi, la scelta del nuovo allenatore (Gasperini sale) e l'ennesima rivoluzione che nel prossimo futuro potrebbe colpire pure Bruno Conti e Alberto De Rossi. Insomma Totti non si accontenterebbe di una semplice nomina. Negli ultimi mesi d'altronde sembrava più coinvolto nel progetto: dalla scelta Ranieri ai tentativi per Conte passando per la gestione del caso Zaniolo. Poi la palla è passata di nuovo a Baldini, e Totti è tornato dietro le quinte. Vuole vederci chiaro e poi decidere. Senza escludere una pausa di riflessione, magari in attesa di un cambio di proprietà. La notorietà di Francesco negli Emirati è enorme, così come importanti cominciano a essere le voci di una trattativa col fondo del Qatar. «Totti direttore tecnico? E' la nostra ultima speranza», l'amaro sfogo di Giannini.