Pallotta ai tifosi: «Il Comune tace, se volete lo stadio ora fatevi sentire»

09/05/2019 14:11

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - «Ho inviato da Boston importanti membri di Sdr (, ndr) sperando in un progresso, ma al Comune erano troppo occupati per incontrarli». È a uscire duramente allo scoperto sulla questione stadio, cambiando improvvisamente strategia mediatica su una vicenda che lo sta sfinendo. Nei tempi e nei modi.

Il presidente della Roma segue a distanza le vicende giudiziarie che coinvolgono da mesi il Campidoglio, sfiorando, quanto basta per allungare i tempi, il progetto , e mettendo a dura prova un iter che è partito nel 2012, passando per tre sindaci (Alemanno, Marino e Raggi), e una Conferenza dei servizi. «Forse un così grande investimento e tanti nuovi posti di lavoro non sono così importanti - continua il tweet di attraverso l’account del club giallorosso - se i tifosi vogliono lo stadio, devono sollecitare un intervento».

Il numero uno di Boston chiede alla sua gente di aiutarlo a fare pressioni sulle istituzioni per sbloccare la vicenda, stanco di continui rinvii e della - a suo dire - poca importanza che viene data all’investimento fin qui fatto dal suo gruppo. Un cambio di strategia mediatica sull’argomento da parte di , finora rimasto in disparte sulla questione stadio, perché in attesa di risposte che ancora non arrivano. Da tre settimane la pec con la proposta di convenzione urbanistica è sul tavolo del Campidoglio, e la pazienza del presidente statunitense è arrivata al limite.

Ma l’appello fatto ai tifosi arrabbiati per il no di , e sfiduciati perché non vedono spiragli di crescita sportiva, sembra molto distante dal sentimento popolare. I romanisti seguono giornalmente le questioni legate alla squadra del cuore, facendo sentire la propria voce attraverso quelle radio che ancora una volta - durante un convegno a Miami - ha trattato in maniera offensiva.«Abbiamo aperto una nostra radio - le sue parole - perché a Roma ce ne sono altre nove che parlano solo di calcio e sparerebbero merda tutto il giorno. Mi sono stancato e ora tre di queste nove sono in bancarotta, ne rimangono sei». La senatrice del gruppo misto Loredana De Petris parla di «insulti» e «velate minacce». E annuncia un’interrogazione parlamentare.