21/05/2019 13:41
LA REPUBBLICA ( D’ALBERGO) - Su Luca Lanzalone ora piomba anche la Corte dei Conti. La procura di viale Mazzini ha già avviato da settimane i controlli sull’ex braccio destro di Virginia Raggi, il legale scelto dal M5S per gestire la trattativa per il nuovo stadio della Roma e poi arrestato con l’accusa di corruzione nell’inchiesta aperta proprio sull’affare di Tor di Valle. I magistrati contabili ora vogliono sapere quale atto della giunta Raggi — o comunque bollato dagli uffici capitolini — abbia formalizzato la collaborazione dell’avvocato con il Campidoglio. Vogliono capire a quale titolo il superconsulente già vicino ai pentastellati di Livorno abbia lavorato per il Comune prima di essere premiato dal Movimento con la presidenza di Acea. Fino a questo momento, conclusi i primi accertamenti, non è saltata fuori nessuna delibera. Neanche una determinazione dirigenziale. Se non dovessero spuntare atti, la procura della Corte dei Conti potrebbe chiedere un ulteriore approfondimento. Il sospetto, infatti, è che il Campidoglio possa aver messo a disposizione di Lanzalone uno staff di dipendenti pubblici, causando così un danno da disservizio. Il tema non è nuovo, almeno a livello politico. Già il 7 marzo 2017, nel corso di una seduta del consiglio comunale, era stato tirato fuori da Michela De Biase, ex capogruppo del Pd. Davanti alle domande della consigliera dem, in aula la sindaca Raggi rispondeva così: «L’avvocato Lanzalone ha formalizzato il 10 febbraio una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende. In particolare anche quella relativa alla Eurnova srl». Si tratta della società titolare dei terreni di Tor di Valle e di proprietà del costruttore Luca Parnasi, sotto indagine per corruzione nella stessa inchiesta che è valsa il giudizio immediato a Lanzalone. Immediata la replica di De Biase: «Dal punto di vista normativo quell’atto è nullo». Un’osservazione fondata, almeno a giudicare dalla contromossa della prima cittadina grillina. Il giorno dopo quell’assemblea, come documentato anche da Report, è Virginia Raggi a chiedere agli uffici di predisporre «con la massima urgenza» i documenti necessari a formalizzare la collaborazione di Lanzalone, che da oltre un mese trattava l’affare stadio per il Comune. Ora la Corte dei Conti vuole quel documento. Ed è pronta a chiedere conto anche ad Acea delle prestazioni dell’ex presidente.