Ranieri duro con la società: «L'anno prossimo niente lotta Champions»

19/05/2019 13:33

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Più che una cura, è stato come dare acqua e zucchero alla squadra. Neppure è riuscito a condurre la Roma in , niente miracolo, oggi il verdetto sarà probabilmente ufficiale. È l’ultimo dei colpevoli, ma la sua seconda parentesi sulla panchina giallorossa si chiude in modo malinconico. E pure un po’ velenoso.

Non è stato certo lui a scatenare il putiferio , ma di sicuro non ha fatto nulla per spendere l’incendio. Dopo aver criticato la società dalla sala stampa di Trigoria, ieri il tecnico ha lanciato l'allarme per la prossima stagione, che non lo vedrà più protagonista. «Da dove si riparte? Queste risposte - dice al termine della gara del Mapei - deve spettano alla società e il nuovo allenatore dovrà decidere su quali giocatori puntare. Non penso che pronti, via si potrà lottare per la , magari per l'Europa sì. Se poi un anno le cose gireranno bene, allora si potrà tornare nella coppa più importante». 

In una parola ridimensionamento, il tecnico prevede questo e di certo non aiuta a dare speranze a una tifoseria infuriata con e i dirigenti. «Lo scorso anno la Roma ha fatto un grosso campionato - prosegue il tecnico - poi sono partiti giocatori importanti, la spina dorsale che stava aprendo un ciclo, di punto in bianco sono stati venduti e sono arrivati dei ragazzi validi ma che hanno bisogno di fare il loro percorso. C'è stato un contraccolpo, magari i giocatori esperti non hanno trovato punti di riferimento e forse non hanno aiutato al 100% i nuovi a inserirsi. Ora senza bisogna vendere pedine importanti? Io non ho detto che lo so, ma lo immagino visto quanto ha dovuto fare il  club anche dopo gli anni in cui si è qualificata. Ma il presidente non sono io». 

La fiammella si è spenta definitivamente ieri, la squadra è entrata in campo con l'atteggiamento di chi non aveva granché da giocarsi e viene da pensare che la vigilia in cui si è parlato di tutto tranne che della partita non abbia aiutato. «Non sono d'accordo, ho visto lottare i ragazzi col coltello fra i denti - l’analisi di - con che ha provato fino all'ultimo a fare l'attaccante. Ma stavolta la palla non voleva entrare». L'allenatore dice di non aver «nulla da rimproverare ai ragazzi. La Roma è una buona squadra, ci sono delle stagioni che non vanno. Prendete ad esempio, un fior di attaccante che non ha fatto i gol che doveva fare. E alla fine si paga tutto. Se Edin ne avesse segnati 20 entravamo in ma non va buttata la croce addosso a lui. Io sono soddisfatto di quanto abbiamo fatto, ho trovato una squadra giù moralmente e che doveva ritrovare fiducia in se stessa e voglia di divertirsi. Anche a me piacerebbe pressare alto ma questa Roma non lo può fare». 

Sul mancato impiego di spiega: «Non ho mai pensato di farlo entrare perché deve essere pronto col Parma. Che sia la sua festa e chiedo ancora ai tifosi di pensare solo a lui. Daniele è dispiaciuto ed è normale, è entrato alla Roma quando aveva 11 anni e bisogna stargli vicini adesso. La società vuole fare le cose in una certa maniera, ma ci sono giocatori che vanno considerati diversi da altri e doveva essere gestito in altra maniera». Insomma, la musica non cambia e dice in libertà tutto quel che pensa. Tanto a risollevare la Roma dovrà pensarci qualcun altro.