18/06/2019 13:05
LEGGO (F. BALZANI) - Niente lacrime stavolta, ma sorrisi amari e bordate a spaccare la porta proprio come faceva da calciatore. Ieri Totti - in un Salone d'Onore del Coni gremito - ha dato le dimissioni da tesserato della Roma dopo 30 anni. Francesco ha scoperchiato il vaso di Pandora in quasi 90 minuti intensi di conferenza a reti unificate. «Ho mandato una mail alle 12.41 per dire che mi dimettevo. Se morivo era meglio. Lasciare la mamma non è facile. Per il bene di tutti, meglio che mi stacco io. Tanti dirigenti hanno detto che sono un peso troppo ingombrante. Speravo che questo giorno non arrivasse mai». Passata la commozione spiega i motivi: «Non ho mai avuto la possibilità operativa di poter lavorare nell'area tecnica della Roma. Hanno fatto l'allenatore e il ds senza neppure chiamarmi. Mi hanno invitato a Londra due giorni prima, quando avevano deciso tutto. Il pensiero fisso di alcune persone da 8 anni a questa parte era uno: «Via i romani dalla Roma. Hanno ottenuto quello che volevano». Poi su Baldini: «Non ho mai avuto un rapporto con lui e mai ci sarà: si doveva scegliere e mi sono fatto da parte io. L'ultima parola era sempre a Londra. Solo quando erano in difficoltà mi hanno chiamato. Con Fienga che ringrazio abbiamo scelto Ranieri. Un uomo vero. Avrò fatto 10 riunioni in due anni. Se io avessi Totti e De Rossi gli darei in mano tutto, Pallotta invece si circonda di persone sbagliate. Ma se sbaglio da 8 anni, me la farò una domanda?».
Ma chi ha pugnalato Re Totti alle spalle: «Qualcuno dentro Trigoria, ma non farò mai i nomi. Ci sono delle persone che fanno il male della Roma e gioiscono quando perde, Pallotta tante cose non le sa eppure continua a fidarsi sempre delle stesse persone. Nelle ultime settimane ha cercato in tutti i modi di trattenermi, mentre in due anni non mi ha mai chiamato». Poi ha spiegato come l'unico allenatore con cui ha parlato «è stato Conte che a me aveva detto sì, poi ha saputo della rivoluzione che avrebbe distrutto la continuità di questa squadra». E svelato retroscena di mercato: «Di Francesco aveva chiesto 5 giocatori non gliene hanno preso neppure uno. Io avevo sconsigliato un giocatore con tremila infortuni (Pastore, ndr) e consigliato uno dell'Ajax (Ziyech) ma nessuno mi ha ascoltato».
Capitolo De Rossi: «Da settembre dico ai dirigenti di trattare con rispetto Daniele, e di comunicargli la verità per tempo. Io mi fido di De Rossi al 100%, magari un giorno andremo in Sud insieme». Poi altri siluri alla dirigenza: «Hanno fatto tante promesse, ma cose concrete non tante. Bisogna dire la verità ai tifosi, io sono trasparente quindi non posso stare qui dentro. Ci sono problemi finanziari. E per questo devi vendere giocatori importanti e la squadra s'indebolisce». Consiglia Pallotta di essere più spesso a Roma («perché il capo serve o i giocatori fanno come gli pare»). «Qualcuno ride dopo le sconfitte», aggiunge alla domanda su Florenzi che dice di non aver sentito. Infine parla del futuro: «Se un'altra proprietà mi chiama e crede nelle mie potenzialità, tornerò. Se Malagò diventasse presidente ci starei. Cordate arabe? La Roma è amata e stimata e tanti la vorrebbero, ma se non vedo nero su bianco non ci credo Per ora ho avuto offerte di squadre italiane, una stamattina (la Samp, ma anche la Fiorentina di Pradè, ndr)».