15/06/2019 14:26
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il redde rationem è arrivato: Totti sì, Totti no. Non c'è più spazio per le «sfumature di grigio» tanto care a Monchi che più volte ne ha auspicato l'applicazione in una città dalle mille anime come Roma. Anime che anche ieri dispensavano certezze che in questo momento prolungato di riflessione, nemmeno Francesco possiede. Meglio dunque limitarsi ai fatti: 1) Ieri Totti e rappresentanti del club non si sono incontrati 2) Confermati invece i contatti telefonici tra Francesco e il Ceo Fienga 3) Se non cambieranno i programmi, l'ex calciatore entro 4-5 giorni partirà per le vacanze con la famiglia 4) Pallotta è uscito allo scoperto rimandando la decisione esclusivamente alla volontà di Totti 5) Negli ultimi giorni l'entourage di Francesco ha chiesto la disponibilità di una sala conferenze allo stadio Olimpico (o al Coni) per la prossima settimana, a partire da lunedì giorno dell'anniversario del terzo scudetto. Questi i fatti. Che inevitabilmente s'incrociano con le riflessioni, con i messaggi che entrambe le parti in causa hanno interesse a far uscire all'esterno e soprattutto con le parole di Pallotta. Il primo ragionamento che vien da sé, è che se Totti ha chiesto la disponibilità di una sala conferenze all'Olimpico, qualora poi venisse dato seguito al proposito, difficilmente annuncerebbe di aver accettato l'incarico propostogli dalla Roma. Altrimenti, una comunicazione del genere, la farebbe direttamente a Trigoria. Richiesta che segue la conclusione criptica del tweet di giovedì: «A breve il mio punto di vista nella giusta sede», quasi a prefigurare un'uscita pubblica. E chissà che questa richiesta non sia arrivata anche alle orecchie del club.
LA QUERELLE Di certo il giocare in anticipo di Pallotta cambia l'inerzia della querelle. Dopo gli elogi a Fonseca e l'annuncio del solito via vai sul mercato, il presidente ha affrontato la questione Totti. E seppur in modo conciliante, lo ha messo mediaticamente con le spalle al muro: 1) «Non è vero che non è stato invitato a Londra ma sinceramente non so perché non sia venuto. Forse Francesco ha bisogno di tempo per pensare al suo ruolo nel club. Se ha bisogno di tempo, glielo daremo» 2) «Gli è stato offerto il ruolo di direttore tecnico e questo è indice di quello che pensiamo di lui» 3) «Insieme a Fienga, Baldissoni e lo staff che ci supporta stiamo mettendo insieme una squadra forte. Nelle mie idee Francesco ne è parte. Non si tratta di me, lui, Guido, Fonseca o del nuovo ds: si tratta dell'As Roma» 4) «Francesco ha già avuto un peso determinante in alcune scelte. Da Ranieri alla decisione del nuovo allenatore ha dato molti consigli utili. Dall'addio di Monchi ha sempre preso parte alle scelte sportive. Anche Baldini domenica ha ribadito quanto sia abile a scovare un talento. Fienga, Franco e io siamo allineati su quanto riteniamo che Francesco sia importante per la Roma». In un colpo solo, Pallotta replica indirettamente ai capi d'accusa mossi da Totti e motivo di perplessità nell'accettare l'incarico. Ossia il margine di operatività, il ruolo di Baldini e l'importanza che riveste nelle scelte della società. Invitandolo, particolare da non sottovalutare, a fare squadra. Di certo, una mossa mediatica studiata che ora costringe Francesco ad uscire allo scoperto. Il motivo della sua titubanza è nota: non vuole diventare l'ombrello di scelte prese da altri. O meglio: prese dopo l'ok a distanza di Baldini con il quale i rapporti sono ormai azzerati. La speranza di chi sta provando a mediare è che Francesco possa partire per le vacanze, rasserenarsi e capire che una eventuale escalation nel club parte sempre da un primo passo. Certezze però non ce ne sono. E sia l'intervista di Pallotta che la richiesta di disponibilità della sala conferenze dell'Olimpico (o del Coni) da lunedì in poi sono lì a dimostrarlo.