Un calciomercato per pochi. I procuratori si scoprono fragili: all’esame bocciati 7 su 8

04/06/2019 20:56

ILPAESESERA.IT (E. MENGHI) - Bollati come la rovina del calcio, Paperoni moderni famosi per il peso delle loro commissioni, ma anche padri o amici acquisiti per molti giocatori. Sono potenti, ma all’improvviso si scoprono fragili. I procuratori sportivi sono rimasti incastrati nella ragnatela del calciomercato e rischiano di trascorrere l’estate senza lavoro, con tutte le conseguenze del caso sui trasferimenti dei calciatori.

Il 30 giugno l’albo degli agenti iscritti nel registro libero, dopo la riforma voluta dall’ex presidente della Fifa Joseph Blatter nel 2015, verrà cancellato. Tasto reset, con buona pace degli oltre 800 che hanno versato 500 euro l’anno per far parte di questa elite e 150 per ogni contratto depositato in Figc, oltre ad aprire partite Iva, assumere dipendenti e gestire procure più o meno importanti.

Solo otto di loro hanno superato il primo dei due esami di “riparazione” che Gianni Infantino, l’attuale numero uno della Fifa, ha reintrodotto per consentire a tutti gli agenti di essere riconosciuti come tali. E continuare a fare il loro lavoro. Vale a dire meno dell’1% dei candidati. L’iter difficile e tortuoso prevedeva infatti uno scritto e un orale davanti al Coni (e fin qui ce l’avevano fatta in 78) e un’altra prova presso la Figc.

Per i bocciati le prossime sessioni di test sono previste a settembre e a dicembre. Durante l’estate però c’è un calciomercato da fare. Ecco perché gli “scartati” si sono uniti per combattere per vie legali questa retromarcia della Fifa. Il 20 maggio è nata l’Union Agent Football Association Deregulation e molti procuratori, circa 300, si sono rivolti all’avvocato Cesare Di Cintio, che ha portato davanti all’Antitrust e al Tar del Lazio quest’ingarbugliata situazione. Che rischia di bloccare un intero sistema. Ma il legale non si fermerà qui: «Con i tempi della politica i miei assistiti rischiano di invecchiare per cui abbiamo deciso di attivarci anche su altri canali e fare ricorso alla Corte europea».

Nei corridoi del mercato i punti di vista sono diversi, i procuratori ante 2015 sono convinti che un po’ di “pulizia” non guasti perché il boom degli ultimi anni ha reso tutti mestieranti, mentre i nuovi iscritti vivono come un ingiusto sopruso il tocco di cancellino dai piani alti.

La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Liberalizzare la professione ha significato portare nel calderone dei potenti anche tanti parenti che volevano sostituirsi a loro, basandosi magari di più sul legame affettivo che sulle nozioni di diritto, molto presente nel doppio esame (Coni e Figc) che sono ora chiamati a sostenere. Una scrematura che nella chiave più commerciale è passata per la mossa anti-Wanda Nara, la moglie dell’interista Mauro Icardi, nell’immaginario comune simbolo del calciomercato 2.0. La contestazione degli agenti post 2015 si basa sull’efficacia retroattiva della legge di stabilità 2018 che regolamenta «le modalità di svolgimento delle prove abilitative, la composizione e le funzioni delle commissioni giudicatrici, le modalità di tenuta del registro, gli obblighi di aggiornamento, i parametri di determinazione dei compensi».

Chi non supera l’esame è fuori. Chi ha un giocatore in procura oggi non può trasferirlo perché non può depositare il contratto dal 1° luglio in poi, all’apertura della finestra estiva di mercato. Il rischio “scippo” da parte dei colleghi è reale, a meno che non si alleino tra loro. Ma sarebbe un ripiego, non una soluzione. Quella di cui ha bisogno il calciomercato per continuare a muovere milioni, top player e, perché no, commissioni.

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