02/07/2019 14:36
IL TEMPO (F. MAGLIARO) - Rilievo penale, zero. Concretezza, anche meno di zero. Più o meno, chiacchiere da ristorante. Però chiacchiere fra signori che contano: Luca Palamara e Luca Lotti. In mezzo a un turbine di chiacchiere, ci finisce la As Roma, lo Stadio di Tor di Valle e la presunta vendita della stessa Società al Qatar. Stando ai brogliacci delle intercettazioni, pubblicati ieri su La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, mentre Lotti e Palamara discutono di nomine e di intrighi politici stile House of Cards, a un certo punto sbuca fuori dal nulla un pezzetto di chiacchierata sulla Roma e sullo Stadio.
Varicordato che Luca Lotti, da ministro allo Sport nel governo Gentiloni, fu l’autore della famosa telefonata in Regione Lazio che sbloccò, il 5 dicembre 2017, la Conferenza di Servizi arenatasi sulla vicenda del Ponte di Traiano. In quell'occasione, Lotti promise, la copertura
del Governo alla realizzazione del Ponte. Tornando alla chiacchierata fra Lotti e Palamara, nel racconto viene coinvolto anche l'ex premier, Matteo Renzi. Tornando a casa, Palamara, intercettato, racconta alla moglie che Lotti gli avrebbe riferito che Renzi si stava adoperando («sta facendo da intermediario») per far passare di mano la Roma da Pallotta al Qatar. Siamo nei giorni in cui sui giornali gira vorticosamente la notizia di questa presunta trattativa, una trattativa mai nata e subito smentita dalla Roma (Pallotta: «E tutto falso»). E visto che Renzi era stato in Qatar riciccia l’idea della vendita con riferimento anche allo stadio: «Ma lo stadio si fa o no» avrebbero chiesto i qatarioti. E Renzi a Lotti - ma stiamo a quanto Palamara riferisce alla moglie - avrebbe detto che non si può garantire per lo Stadio per la contrarietà («il problema») di «Franco Caltagirone». Non fosse per il calibro degli intercettati, sarebbero giusto chiacchiere da bar.