25/07/2019 14:31
LA REPUBBLICA - «Se la consigliera Montella non si sente più parte di questa maggioranza può liberamente fare le sue scelte», L'aut aut rivolto a Monica Montella, consigliera comunale dei 5 Stelle, ricercatrice dell'Istat. una lunga esperienza dentro al Movi mento, è comparso due sere fa sulla pagina Fb del M5S romano. Un post molto duro che potrebbe portare presto a un nuovo caso-Grancio, l'ex consigliera capitolina espulsa dal Movimento in dissenso sulla questione dello Stadio di Tor di Valle è finita ora tra i banchi del gruppo Misto. Montella potrebbe seguire quella strada se lo strappo reso pubblico attraverso quel port arrivasse alle estreme conseguenze. Che i rapporti tra la consigliera e la sua maggioranza non siano proprio idilliaci lo dimostrano i “like” pesanti di 6 big dell'Aula Giulio Cesare. Pietro Calabrese, Donatella Iorio, Angelo Sturni, Angelo Diario, Valentina Vivarelli e Marco Terranova. Tutti hanno sottoscritto quel post in cui sono state prese di mira le assenze della Montella che due giorni fa non siè presentata in Aula dove era in discussione la delibera per la riqualificazione dell'ex cinema Metropolitan di via del Corso, Opera sulla quale più di una volta la consigliera aveva espresso perplessità. «Montella ha il dovere politico di presentarsi in Aula e di prendersi le proprie responsabilità attraverso il
voto, qualunque esso sta favorevole o contrario. Senza contare che non curarsi di garantire il numero legale in Aula è inaccettabile». sì legge nel post. La replica ufficiale arriva con un commento al post: la consigliera condivide un link a una richiesta di chiarimenti sulla delibera inviata al gruppo a cui «non ho mai avuto risposta. Ho avvertito comunque i consigliere che non avrei votato a favore e se non sono andata in aula è per non mettere in
difficoltà la maggioranza. Ma il capogruppo poteva dirmi che era necessario ugualmente andare e voti contro ma non lo ha fatto». Alle persone con cui si è confidata în privato, invece, Montella ha spiegato: «Mi cacciassero pure». La consigliera pagherebbe così le sue posizioni critiche (quasi mai espresse pubblicamente) sulle questioni urbanistiche, in primis proprio lo stadio a Tor di Valle. «La maggioranza non ha pudore - chiosa la Grancio - colpiscono solo chi esprime un dissenso politico,