26/08/2019 14:08
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Bella davanti, fragilissima dietro. Una Roma a metà inizia la stagione con un pareggio poco incoraggiante in casa contro il modesto Genoa di Andreazzoli, e si conferma un cantiere a cielo aperto, con un derby che fa paura alle
porte e una settimana di mercato in cui cercare un paio di rinforzi necessari. All'Olimpico c'è un'energia diversa rispetto al finale triste della scorsa stagione. I tifosi cantano e incoraggiano con uno striscione il nuovo capitano Florenzi che eredita una fascia pesantissima, le luci si spengono durante l'annuncio delle formazioni con una presentazione modello Nba, palla al centro e la Roma parte con sette uomini sulla linea di
metà campo: è il messaggio modello zemaniano che Fonseca vuole dare innanzitutto ai suoi ma anche all'avversario. “Noi attacchiamo". E infatti il gol arriva subito, con una bellissima azione personale di Under che subito dopo manca il bis su splendido lancio di Pellegrini.
L'energia è spezzata dal gol “da polli” che la Roma concede a Pinamonti, la prima conferma di una tenuta difensiva inesistente. Poi Dzeko, il più acclamato, “scherza” in area con Zapata & Co, e timbra il 2-1. Ma una scivolata esagerata di Juan, però, regala rigore e
pareggio al Genoa. Quattro gol in un tempo, it capisce subito che ci aspetta una stagione
da “over” fisso. E il copione non cambia nella ripresa, giallorossi di nuovo avanti con una punizione perfetta di Kolarov a cui la “goal line technology” dà il giusto premio, ma basta un'azione scolastica del Genoa di Andreazzoli per mettere a nudo, ancora una volta, i limiti di una difesa imbarazzante, poco protetta dagli altri due reparti; i centrocampisti sono tagliati fuori a piacimento dagli avversari, gli attaccanti pressano poco e male. Non è solo
una questione di singoli, perché a perdersi Kouame nell'occasione è il neo entrato Mancini. Semplicemente la serata ci mostra quanto sia facile far gol a questa Roma, che nonostante la spinta del pubblico e gli innesti di Pastore e Zappacesta (che scivola sul più bello) non riesce a trovare la zampata per dare un senso diverso all'avvio di campionato. Evidente come manchi qualcosa anche nella batteria di attaccanti, dove Perotti si è fermato prima di iniziare e Schick non è considerato da Fonseca un'arma reale. Ci sarà da soffrire. Parecchio.