22/08/2019 13:47
Il nostro è un Paese dove albergano da sempre resistenze culturali al cambiamento. Forse nel calcio siamo alla vigilia di un campionato «diverso» in cui il tatticismo, il difensivismo e la paura potrebbero lasciare il passo alla strategia, alle emozioni e al coraggio, come poche volte è successo negli ultimi 60-70 anni (…). Questa svolta innovativa ci avvicinerebbe alle scuole calcistiche più evolute, dove il calcio viene da sempre interpretato come uno sport di squadra ed offensivo. Gli autori di questa svolta epocale che dovrebbe sotterrare il catenaccio e permettere una mentalità più da dominus, da protagonisti, saranno in particolare le grandi squadre, ma non solo: la Juventus, il Napoli, l’Inter, il Milan, la Roma ma anche l’Atalanta, la Sampdoria, il Sassuolo, il Genoa e altre seguiranno (…). I club per realizzare questo progetto si sono affidati a allenatori che interpretano il loro ruolo come gli sceneggiatori e registi. Questi sono Sarri, Ancelotti, Conte, Giampaolo, Fonseca, Gasperini, Di Francesco, De Zerbi e Andreazzoli. Tutti professionisti che credono nelle proprie idee e lavorano sulla squadra per migliorare i singoli. Per loro il calcio è una filosofia non solo una questione di gioco, dove non possono mancare valori come il merito, la bellezza, le emozioni e lo spettacolo, elementi che aiutano e amplificano la vittoria del club (…).
Riusciranno i nostri eroi a centrare questo cambiamento? Da soli assolutamente no, avranno bisogno della competenza e delle convinzione, della pazienza delle società. Il club con la sua storia, con le sue visioni e con le sue regole viene prima della squadra, come questa viene prima di ogni singolo. Se questa scaletta non è condivisa la situazione si complica. Il cambiamento in generale richiede tempi più lunghi d’apprendimento e volontà e disponibilità da parte dei giocatori (…). Il nostro è un Paese conservatore dove il gioco conosciuto ha scarsi sviluppi e novità, pertanto l’obiettivo di questi club è suadente: vincere con merito per raggiungere un’autorità morale (…).
(gasport – A. Sacchi)