19/08/2019 13:53
LA REPUBBLICA (S. SCACCHI) - Al Manchester City non resta nemmeno la possibilità di recriminare sentendosi dalla parte della ragione. All’indomani dell’annullamento del gol al 92’ di Gabriel Jesus, che avrebbe regalato alla squadra di Guardiola la vittoria per 3-2 sul Tottenham nella seconda giornata di Premier, è arrivata ieri l’inappellabile precisazione dell’International Board, i custodi del regolamento: «Non sarà più permesso che un tocco, anche non intenzionale, con la mano o col braccio consenta di segnare un gol o di creare un’occasione da gol. Il fallo sarà quindi automatico e potrebbe prevedere anche l’uso del cartellino da parte dell’arbitro in caso di condotta antisportiva». Questa la sentenza del collegio della Fifa che ha approvato la decisione del Var che ha notato il tocco di braccio di Laporte, proteso nel tentativo di prenderla di testa, diventato l’assist per la realizzazione di Gabriel Jesus. Il Board ha voluto cancellare ogni ambiguità e chiarire immediatamente che questa è la corretta applicazione della nuova regola sul fallo di mano, in vigore dal 1° luglio, la più importante delle innovazioni varate per la stagione appena iniziata: nel pacchetto anche novità sul rinvio dal fondo, sull’uscita dal campo, sui cartellini agli allenatori.
Ma è evidente che è questo l’elemento più interessante perché il fallo di mano è il punto più controverso dell’applicazione del regolamento. Le polemiche non si erano placate nemmeno con l’introduzione del Var. Per questo la Fifa ha optato per una riforma che cancella il concetto di volontarietà. Guardiola ha dovuto incassare anche questa delusione. Era già successo nella scorsa annata con il devastante annullamento del gol qualificazione di Sterling nel recupero del palpitante quarto di finale di Champions League sempre con il Tottenham a causa di un fuorigioco di Agüero impercettibile in diretta. Una sfida decisa anche dalla rete di Llorente segnata con un tocco di braccio che adesso, con la nuova regola, sarebbe da annullare.
Sospiro di sollievo per l’arbitro Oliver che così evita altre polemiche dopo quelle infinite di Real-Juventus del 2018 quando finì nel mirino di Buffon. Questa volta nessun “bidone dell’immondizia al posto del cuore” perché al Var non si comanda. La decisione è stata talmente notarile che i colleghi al monitor non hanno neppure suggerito a Oliver la revisione sul campo, ma sono intervenuti in modo automatico, come se si trattasse di un fuorigioco, ravvisabile grazie alla trigonometria delle linee computerizzate. Ma in Inghilterra il dibattito non si placa. “L’ossessione per la perfezione sta uccidendo la gioia del nostro gioco”, scrive il Mail on Sunday, che arriva addirittura a mettere in dubbio che le telecamere possano determinare con certezza un fuorigioco di pochi centimetri. Guardiola, sconsolato, si è appellato anche a un rigore non visto su Rodri sabato («Al Var erano a prendere un caffè») per dimostrare la fallibilità dell’ormai grande nemico del City. L’eterno dilemma del fallo di mano è più forte di ogni innovazione tecnologica.