13/09/2019 13:26
LEGGO (F. BALZANI) - Stop ai rischi. La Roma del futuro riparte del passato e prova a riprendere un cammino sempre più impervio (vista la crescita della concorrenza) tramite il ritorno a una gestione virtuosa del club.
ERRORI DI MONCHI - La Roma paga gli azzardi di Monchi mal supportato dal resto della dirigenza. In parole povere, il meccanismo che aveva funzionato nei primi 5 anni grazie alla valorizzazione dei giovani da cui ottenere poi plusvalenze si è inceppato. Negli ultimi due anni sono stati fatti passi più lunghi della gamba. Oltre ad aver venduto il magazzino di risorse composto da Salah, Alisson o Paredes, si è investito male prendendo giocatori con stipendi ed età alta che oggi rappresentano minusvalenze (Nzonzi, Pastore). Aumentati così i costi a fronte di ricavi diminuiti a causa dell'assenza dalla Champions. Un dislivello di 70 milioni. Il mercato di Petrachi è stato così condizionato da alcuni paletti: nessun acquisto definitivo oltre i 27 anni, operazioni in prestito dei big per non appesantire il bilancio e investimento su giovani (vedi Cetin) che possono valorizzarsi in 24 mesi.
PROGETTI FUTURI - Si punta a ricavare 70 milioni dai riscatti dei ceduti in prestito in modo da ritrovare stabilità di bilancio. Prevista però una cessione dolorosa. I papabili sono Under e Zaniolo, che la Roma ha deciso di non vendere in estate per far completare il periodo di completamento dei famosi 24/36 mesi. Stesso discorso per Mancini, Lopez o Diawara. In caso di mancata qualificazione in Champions, necessario anche il mancato riscatto di Smalling o Mkhitaryan. Altro obiettivo è quello di abbassare il monte ingaggi che oggi è così strutturato: 1,5 milioni per i giovani, 2,5 la fascia media più rare eccezioni (come Dzeko). Ribadita la necessità del nuovo stadio. Senza i ricavi del nuovo impianto la Roma rischia di essere relegata ai margini del calcio europeo. Pallotta e Baldissoni attendono l'ok della convenzione urbanistica. Valutata l'area di Fiumicino.
RUOLO BALDINI - Baldini resta figura importante all'interno del club. La sfera del ds Petrachi o dell'ad Fienga non verrà oscurata, ma Franco è più di un consulente per Pallotta. È considerato colui che determina di fatto le scelte del presidente, non avendo quest'ultimo precise competenze tecniche.