Tutti con Jesus: calcio e politica contro il razzismo

28/09/2019 15:10

La risposta dirompente della Roma dopo gli insulti razzisti a Juan Jesus (il club ha daspato virtualmente il tifoso a vita dalle proprie partite) è stata accolta con soddisfazione da tutta l’opinione pubblica italiana, a cominciare dal presidente del Consiglio, Giuseppe , che ha twittato: «Chi ha insultato ieri Juan Jesus non ha alcuna passione per lo sport: che stia fuori a vita dagli stadi sportivi!». Ma anche l’ex presidente Matteo Renzi gli ha fatto eco: «Complimenti alla Roma, questa è la strada giusta!».

 

Proprio vero. Per questo nessuno ha creduto al passo indietro di Dell’Aquila, ex pallavolista in Serie B col Civitavecchia, che aveva scritto un secondo messaggio in cui lamentava un hackeraggio ai suoi danni, quando invece nel suo passato social c’erano insulti assortiti per dirigenti e giocatori, la cui scintilla poteva essere l’addio di o il caso Acerbi-Kessie-Bakayoko. Inutile dire, poi, che tanti sportivi – a cominciare da Koulibaly – abbiano apprezzato. Detto che la polizia, in attesa di una denuncia formale, si è già mossa per accertamenti, passano in secondo piano anche gli aspetti legali, che consentono sì al club di mettere Dell’Aquila tra gli indesiderati (anche se non risulta mai abbonato né legato al mondo ultrà), ma non ne garantiscono l’espulsione, per l’aspetto pubblico degli stadi italiani (con le solite eccezioni), a differenza di quanto accade in Inghilterra.

(gasport)