Il flipper di Ranieri. Un tecnico per salvare tutte le stagioni

16/10/2019 14:34

LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Dopo Pioli al Milan, alla Samp: alla sosta si scarta, si mischia e si ridanno le carte. Che sempre quelle sono. La Samp ultima in classifica è la ventesima squadra (Valencia e Roma due volte) nei 33 anni da allenatore di . Comincia quasi sempre così, con uno slogan semplificante e funebre: «Quello che chiedo è semplice, correre a morire sul campo» detto soprattutto al 36enne goleador in crisi, Fabio Quagliarella (un gol). Il concetto di trapasso sacrificale è ricorrente, un marchio. Nel 2007 il presidente Ghirardi lo chiame al Parma al posto di Pioli e lui se ne venne fuori così: «Non posso fare feriti, ma solo morti. Chi ci segue sta con noi, chi non ci segue è contro di noi». Salvo poi precisare: «Beh, ho esagerato, mi scuso».

In mezzo e intorno a tutto questo una carriera da pallina del flipper, i cui rimbalzi sono troppi anche solo a citarli e basta. Ma con lo special della Premier League vinta col Leicester (2016) — secondo alcuni addirittura la più grande impresa sportiva nella storia del calcio e non solo — a fare da spartiacque. Prima c'è un uno dei tanti, grande e serio professionista che ha anche aperto tra i primi la strada degli allenatori italiani all'estero. E dopo c'è il guru, il romano romanista di Testaccio che ha conquistato la Premier e adesso risponde a tutte le telefonate di soccorso, atterrando dappertutto come Clark Kent che diventa Superman. In maniera un po' sarcastica e cattiva si direbbe che il nostro monetizzi l'impresa eroica accettando a 68 anni (da compiere proprio domenica all'esordio in Samp-Roma) incarichi non sempre prestigiosi e facendo ancora quella vita da flipper impazzito che in fin dei conti lo ha sempre attratto. Il calcio è un mestiere che lui ha sempre praticato con umiltà e generosità: da quando era terzino nel Catanzaro di Di Marzio e Mazzone, da cui ha preso i rudimenti del calcio all'italiana e forse anche della comunicazione, fino alla celebrazione del titolo vinto in Inghilterra con una squadretta che a inizio stagione i bookmaker davano 5000 a 1.

Il club dove è rimasto di più (4 anni) è il Chelsea che guidò onorevolmente quando era una squadra normale, e dovette lasciare invece quando arrivarono i soldi di Abramovich. Fu allora che lo chiamarono Tinkerman, che alcuni traducono in "aggiustatore" e i malevoli in "pasticcione". Dopo la gloria e la tardiva sbornia di celebrity col Leicester, in 3 anni, Sir Claudio ha allenato ancora Leicester, Nantes, Fulham, Roma e Samp. Sia alla Roma che alla Samp ha sostituito , che ormai sente come la nuvola di Fantozzi. «Spero non mi odi» ha detto con un certo imbarazzo. In ogni caso, sia pure tra lacrime e "daje", alla Roma il miracolo non c'è stato: prese la squadra al 5° posto a -3 dall', e la restituì al 6°, sempre a -3 dall' e fuori dalla . Alla Roma ha finito e da Samp-Roma ricomincerà. Nelle avventure e nella carriera di c'è un po' tutto, e da oggi anche questa risalita dall'ultimo posto. «Non è facile, ma niente nella mia carriera è stato facile. Per cui ben vengano le difficoltà». Tanto bisognerà morire sul campo.