28/10/2019 12:26
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Finalmente l'Olimpico in festa. È il pomeriggio perfetto per la Roma. Che ritrova contemporaneamente Totti, tornato in tribuna dopo l'addio (17 giugno) al club giallorosso, e soprattutto la vittoria, lasciandosi alle spalle i 4 pareggi consecutivi. Il 2-1 sul Milan fa subito la differenza in classifica: 5° posto in solitudine. La zona Champions è di nuovo vicina: -1 dal Napoli quarto. Niente di casuale, comunque. Perché il successo coincide con il ritorno al gol di Dzeko che firmò l'ultimo (il 29 settembre a Lecce) e con l'ennesima prodezza di Zaniolo che qui non perdona. E con la nuova prestazione di sostanza che è stata possibile pure con la rosa dimezzata (7 assenti). A dama, insomma, con l'organizzazione e la qualità.
TRACCIA CAMALEONTICA - Già, la rotazione. Impossibile. In campo i resti della Roma. Bastano e avanzano, però. Così Fonseca, pur proponendo l'undicesima formazione diversa in 12 partite stagionali, presenta un'unica novità dopo il pari di giovedì in Europa League. Perotti, mai titolare fin qui e al debutto in campionato, per Kluivert sulla fascia sinistra. Ancora escluso Florenzi: scelta tecnica. Squadra confermata, dunque, per dieci-undicesimi, senza preoccuparsi della possibile e comprensibile stanchezza per gli impegni ravvicinati. Ma l'emergenza di questo momento, come ha chiarito anche l'allenatore alla vigilia, non consente di aggrapparsi al turnover. Avanti, quindi, con il copione provato contro il Borussia M'Gladbach: il 4-1-4-1 attualmente dà garanzie in fase difensiva e soluzioni in quella offensiva. Ma Pastore, il più presente al tiro nel 1° tempo, si alza anche da seconda punta, quasi allineandosi a Dzeko. O facendo il trequartista. Con la sua posizione in campo, cambia il sistema di gioco con il ritorno al 4-2-3-1 o semplicemente al 4-4-1-1. Mancini fa di nuovo il mediano. Spesso arretra tra Smalling e Fazio. E va a prendere in prima battuta Calhanoglu che entra da sinistra. Veretout, con Pastore avanzato e ispirato, rimane più basso. Umile e tosto e disinvolto. Il Milan prova a colpire all'alba del match. Gol di Paquetà, annullato per fuorigioco. Calhanoglu e Leao non danno punti di riferimento, ma il 4-3-3 di Pioli, pur contando sulla freschezza che nella circostanza i rivali non possono certo avere, è discontinuo. E impotente. Suso non incide a sinistra, Kessié si perde sempre sul più bello.
TESTA A POSTO - Smalling comanda lì dietro e alza il muro, lasciando solo qualche conclusione dalla distanza. Il più attivo è il solito Calhanoglu. La Roma, proprio come è accaduto giovedì in Europa League, comincia a scaldarsi a metà tempo. E a ripartire in scioltezza. Biglia, lento e fragile, fa sbandare la difesa rossonera. Cresce Perotti, avanzano Spinazzola e soprattutto Kolarov. Si accende improvvisamente Zaniolo: sinistro da fuori, Donnarumma devia in angolo. Il 1° corner diventa decisivo: lo calcia Veretout, palla spizzata da Mancini e vantaggio firmato Dzeko che indirizza con la fronte sotto la traversa (6° gol stagionale e 5° in campionato). Pastore, su invito di Perotti, fallisce la chance per il bis, tirando addosso a Donnarumma.
COCCO DI CASA - La Roma c'è anche nella ripresa. Pioli fa uscire Conti, dentro Calabria. Fonseca toglie invece Perotti, spazio ad Antonucci. Spinazzola si addormenta proprio sul cross di Calabria e Theo Hernandez fa centro addirittura di destro. Dzeko va in pressing e, nonostante la deviazione di Musacchio, appoggia lateralmente a Zaniolo. Carezza di sinistro e nuovo vantaggio: l'Olimpico è suo (9 gol su 9 in questo stadio). Ecco Piatek per Paquetà. Mancini, di testa, ha la palla per il tris: fuori. Bocciato Biglia: tocca a Bennacer. Si ferma Spinazzola, debutta Cetin (25° giocatore utilizzato) e mostra subito personalità. Zaniolo ha i crampi e incassa la standing ovation quando lascia il posto a Santon (difesa a 5, più Mancini): la Sud ne approfitta per insultare Capello. Pastore è in serata. Si diverte in campo. E alla fine metta palla e vittoria in cassaforte.