22/11/2019 14:38
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Raccontano che di tempo per girarla come avrebbe voluto non ne abbia trovato. Una passeggiata serale, utile a smaltire il jet lag, in una via Margutta deserta o quasi: erano giorni in cui il volto di Dan Friedkin non diceva ancora nulla a nessuno, a Roma. Oggi forse non sarebbe così facile per il magnate statunitense di 54 anni, maggior distributore di auto Toyota sul territorio americano, passare inosservato. Oggi, l’altro americano a Roma compare su siti e giornali, diventando familiare anche a chi l’aveva visto inconsapevolmente volteggiare sulle ali di uno Spitfire nella scena finale del film “Dunkirk” di Christopher Nolan.
Le cinque giornate romane tra venerdì e mercoledì sono scivolate via tutte piuttosto simili per Friedkin, con lunghe riunioni negli uffici di via Principessa Clotilde, percorrendo a piedi i 230 metri che la separano dall’ingresso dell’hotel de Russie, il suo quartier generale. Con lui, oltre a legali, consiglieri finanziari e advisor, anche la moglie Debra e uno dei suoi quattro figli. Ha infilato una visita in viale Tolstoj all’Eur, dove è stato ricevuto dal management della Roma, pur nel completo anonimato. Curiosamente, passare al setaccio i social non è servito per rintracciare un suo scatto, un selfie con un curioso, con un impiegato dell’hotel: nulla. «Da noi non è abitudine, non facciamo mai foto con i nostri clienti», confessa una ragazza che lavora al de Russie.
Certo non ha fatto in tempo a vivere la città come turista, ma non era la prima volta che la visitava, anzi. Lo dimostra la scelta dei ristoranti per le cene: l’ultima, martedì, da Pierluigi in Piazza dei Ricci, con altre quattro persone, apprezzando la tartare di tonno con mango e salsa al basilico e un piatto di pasta. Non un caso: lì si erano fermati, a Roma, anche l’ex presidente Obama e il regista Tarantino. Insomma, il suggerimento a mister Friedkin potrebbe essere arrivato da amici molto influenti. Altra cena, altro giro, per un menù con vista sui Fori.
In realtà gli avvistamenti a posteriori si sono moltiplicati: tassisti giurano di averlo accompagnato personalmente a Trigoria, ma il tycoon si è spostato sempre con auto private, anche se una visita nel centro sportivo - che nessuno conferma - non è esclusa. E’ ripartito la sera di mercoledì lasciando l’hotel intorno alle 19. Potrebbe tornare a dicembre, quando la trattativa potrebbe essere già definita con Pallotta. Roma lo aspetta, lo stadio Olimpico pure. Certo Roma-Brescia, tra pioggia e pochi spettatori, non era la cornice giusta per dare il benvenuto (forse) a chi ha intenzione di regalare alla Roma una nuova occasione per sognare.