22/11/2019 13:47
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - E’ già successo, la storia si ripete e le insidie sono le stesse. 1) Con i russi della Nafta Moskva di Sulejman Kerimov, anno 2004, la Roma era ormai a un passo dalla cessione, poi il colpo di scena e la retromarcia. 2) E’ accaduto all’epoca di Vinicio Fioranelli (2009), la Roma di fatto venduta ma poi, bolla di sapone finale. 3) Lo stesso ai tempi di George Soros (2008), il magnate che doveva rivoluzionare la Roma. E pure lì, nulla di concreto. Siamo a circa dieci anni fa, quando la cordata americana capitanata da Thomas DiBenedetto si avvicendò alla famiglia Sensi. E la squadra, sempre in mezzo a tutte queste turbolenze, è spesso distratta. E così è pure stavolta? Questo il rischio. Lo scossone, il comunicato con cui il club ammette la trattativa con Dan Friedkin è piombato a Trigoria, propriomentre la squadra stava cercando di mantenersi in equilibrio sull’obiettivo, raccogliendo idee e giocatori dopo la sosta per le nazionali: la qualificazione in Champions League, soldi buoni per Pallotta o per chi lo sostituirà, se lo sostituirà.
IL FUTURO Passando da un businessman statunitense all’altro cambierà poco, assicurano. Anche se si resterà sull’autofinanziamento, pensando ai bilanci e quindi alle cessioni. Il nodo è l’aspetto tecnico:il nodo Champions e, quanto al futuro, il pezzo pregiato partirà sempre per esigenze di bilancio, come è sempre accaduto in questa quasi decennale gestione a stelle e strisce. Di certo, l’esame è per tutti e nello spogliatoio se ne parla, il timore dell’allenatore è che forse se ne parli troppo. Fonseca, dunque, si trova - dopo la lunga lista di infortunati e la crisi di gioco d’inizio stagione - in un’altra “emergenza”, questa più legata all’aspetto psicologico: dovrà gestire le teste dei suoi giocatori in questa fase delicata del campionato e della storia della Roma. Dovrà riportarli all’ordine. Giocare con una società teoricamente in vendita non sarà comunque semplice: chi vende e chi compra ha interesse che la squadra sia d’alta classifica, per quello ora c’è da spingere ancor di più. Il futuro, dunque, passa dalle prestazioni, questo il messaggio dell’allenatore - e non solo - ai giocatori. In futuro poi, si vedrà. Quelli a sentirsi più a rischio, un domani, sono i pezzi da mercato, da Zaniolo a Dzeko, fino a Under, Kluivert.
COMPETITIVITÀ La turbolenza riguarda tutti, anche i dirigenti. Esempio: se l’attuale consulente di Pallotta, ovvero Franco Baldini, non diventerà consulente di Friedkin, c’è il rischio che vengano messe in discussione pure certe scelte legate alle figure apicali. Questa, dunque, è una fase delicata e Fonseca lo sa: perdere punti significa allontanarsi drasticamente dalla zona Champions. Non solo, una distrazione prolungata può essere fatale anche in Europa League, dove la Roma si giocherà, giovedì, il passaggio ai sedicesimi, a Istanbul contro il Basaksehir. All’epoca dei russi, tanto per fare un esempio, il passaggio di proprietà veniva visto da tutti come uno sfogo liberatorio: Capello si era fatto portavoce e garante con la squadra, convincendoli che tutto sarebbe cambiato, migliorato, che sarebbero arrivati i soldi. Il crollo, poi, c’è stato quando i russi sono scappati. Non siamo oggi a quella situazione, qui si parla di continuità economico-finanziaria anche in caso di cambio di proprietà. Ma gli esami, per tutti, non finiscono mai.