Il nostro calcio, le radici ebraiche: siamo tutti uguali

06/11/2019 15:30

(...) Molti ebrei romani, soprattutto quelli del ghetto, erano appassionati di pallone e grandi romanisti. Come Renato Sacerdoti, il presidentissimo della Roma di Testaccio, la cui «canta» viene intonata all’Olimpico, immagino anche dai tifosi antisemiti, prima della partita. (...) Le leggi razziali lo costrinsero a farsi da parte e lo spedirono al confino, nonostante fosse un eroe di guerra e un fascista della prima ora. E come il padre del rabbino Vittorio Haijim Della Rocca, Rubilio, uno dei primissimi abbonati della Roma, assassinato ad Auschwitz (...) Sarà stato pure «di Mussolini», lo scudetto del 1942. Ma Piero Terracina, l’unico di una famiglia di otto persone a tornare vivo dai campi di sterminio, quando ad Auschwitz temeva di essere sul punto di perdere il senno recitava la formazione di quella Roma che lo aveva fatto sognare. Masetti, Brunella, Andreoli; Donati, Bonomi, Mornese; Krieziu, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò (...).

(corsera)