22/11/2019 13:12
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Ci vediamo tra un mese».Così Dan Friedkin ha salutato i suoi interlocutori privilegiati, a cominciare dal ceo Guido Fienga, fissando il nuovo viaggio in Italia con l’obiettivo di prendersi la Roma di James Pallotta. Arrivederci, dunque, e non addio come nel 2018. La negoziazione va avanti. Anzi, con il blitz dei giorni scorsi nella Capitale, è già entrata nel vivo con lo studio dei conti e la valutazione degli asset del club. La conferma dalla Borsa, dove vola il titolo: in mattinata oltre il 16%,poi stop e chiusura al 3,57% (più 20,17% in 24 ore). Il californiano ha fretta e vuole tornare prima delle feste, senza però avere la necessità di vestirsi da Babbo Natale: la sua immagine è stampata nel patrimonio personale (4,2 miliardi di dollari).
AVANTI TUTTA Friedkin, insomma, ha deciso di forzare la mano. E’ convinto, e anche entusiasta, a differenza del disamorato Pallotta. Non c’è ancora una data per il nuovo appuntamento che potrebbe anche slittare all’inizio del 2020. Il tycoon, del resto, ha la possibilità di vedere il presidente giallorosso negli States e di proseguire comunque la trattativa attraverso JP Morgan che lo affianca nell’affare Roma. Mercoledì pomeriggio, intanto, si è spostato con i suoi consulenti a Londra, dove a settembre ha aperto una nuova sede della Pursuit Aviation. Nella City ha fatto il punto della situazione con i manager del suo advisor. Anche Fienga è volato all’estero. In Europa. Business e mercato.
PIATTO RICCO Friedkin, quindi, si avvicina e Pallotta, in contemporanea, si allontana, avendo già fatto sapere che lui per ora non ha in programma nessun viaggio a Roma. Ma, a vedere il loro comportamento, è chiaro come il passaggio di testimone sia voluto fortemente da entrambi. Il presidente giallorosso è il vero regista dell’operazione, come dimostrano i luoghi frequentati dal californiano durante il soggiorno nella Capitale che sono gli stessi (albergo e ristorante) scelti di solito dal bostoniano. Ha insistito con il potenziale acquirente per spingerlo al grande passo. Lo ritiene il profilo ideale per la solidità del club. Adesso, però, c’è da convincerlo sulla cifra da investire. Che per Friedkin è al massimo di 600 milioni. Pallotta dice 1 miliardo per averne almeno 800. Trovare il punto di incontro a 700 non è così scontato, andando a vedere la carriera dei due protagonisti. Scaltri al momento di fare e creare business. Il californiano, però, ha già pianificato le sue mosse. Punta a prendere la massima quota disponibile dell’aumento di capitale da 150 milioni approvato dall’assemblea dei soci del 28 ottobre. Sono circa 130 milioni (qualcuno in meno). Glieli garantirebbe proprio il bostoniano che, come azionista di maggioranza, detiene l’86,577% dell’As Roma Spv Llc. Ma non basterebbe: Friedkin deve andare oltre, acquistando il 51% delle quote di Pallotta. La partita si gioca su quelle. Dal conteggio conclusivo, e partendo dall’offerta di 600 milioni, andranno defalcati i 272 milioni di debiti finanziari della Roma. Il nuovo stadio fa parte del pacchetto: As Roma Spv Llc possiede anche le società StadioTdv e Tdv Real Estate. Pallotta vuol rientrare di quanto speso finora: 70milioni. Il californiano li tiene strategicamente fuori dalla negoziazione. Intende procedere per conto proprio. Lo stadio gli interessa: il suo, però.