05/12/2019 15:18
Smalling e Lukaku. Grossi sono grossi. Amici, pure. Domani in aggiunta avversari. Ma anche impegnati, “superati” per Solskjaer, spesso sorridenti, ex Red Devils, dirompenti nel loro impatto sulla Serie A. Insieme hanno giocato due stagioni e 73 partite, poi si sono ritrovati fianco a fianco su una panchina del Manchester United a Singapore, a guardare i compagni giocare contro l’Inter. Un po’ annoiati (decisamente annoiati, a giudicare dall’espressione di Smalling nella foto a fianco), molto nervosi per notizie su un trasferimento che volevano fortemente. Quattro mesi dopo saranno di nuovo vicini, stavolta in area di rigore, con poco tempo per annoiarsi e meno dubbi sul futuro: l’operazione rilancio può definirsi già un successo. A Manchester uscivano spesso insieme, in un’amicizia sbocciata presto in allenamento. Oggi ancora si sentono, messaggiano, si tengono in contatto in questa comune avventura italiana.
Che poi Smalling e Lukaku non sono solo amici ed ex compagni di squadra. No, sono anche qualcosa in più, costruito intorno al rifiuto comune di una piaga come il razzismo. Entrambi sono sensibili al tema e anche attivi, in tal senso. Tanto che il giorno della sua presentazione, Smalling prese le difese di Lukaku, subito dopo i fatti di Cagliari-Inter. «Quello che è successo è inaccettabile, come lo è il razzismo in sé. E’ triste vedere comportamenti del genere, ma questo non è solo un problema dell’Italia ma del mondo. I giovani devono imparare a comportarsi in modo diverso».
(gasport)