07/12/2019 14:26
LA REPUBBLICA (F. VANNI) - Nella prima partita davvero noiosa dell’era Conte, contro una Roma ordinata ma soporifera, l’Inter ha sprecato l'occasione di allungare sulla Juve. Non ha subito gol, ma nemmeno ne ha fatti. E non era mai successo in questa stagione, i bianconeri, vincendo oggi contro la Lazio, potranno tornare in testa alla classifica. Volendo trovare il buono in una serata da pantofole e brodino, vien da dire che quantomeno alla sfida con il Barcellona di martedì l’Inter arriva forse con un po’ di fiato in più. Vista invece dal punto di vista della Roma, la partita ha portato pur sempre un pareggio a casa della capolista, ottenuto con il minimo sforzo.
Nella storia delle loro sfide in Serie A, Inter e Roma hanno fatto in tutto 499 gol. Per la rete della cifra tonda bisognerà aspettare il prossimo incrocio. E chissà a quel punto cosa i due club avranno da chiedere al campionato. Nel primo tempo Inter e Roma hanno messo in campo una versione frenata dei proprio repertorio, complice l’esercito degli infortunati: Il al fischio d’inizio, una squadra completa, cui si sono presto aggiunti Santon e Candreva, il primo uscito per un dolore alla coscia, il secondo alla schiena. Con Dzeko in panchina e Kluivert in tribuna, la Roma si è trascinata in un possesso palla svogliato e sotto ritmo, con ragnatele di passaggi rotte da tocchi sbagliati o terminate in soluzioni a salve di Zaniolo, unica punta fuori ruolo. L'Inter, insolitamente lunga in campo, ha risposto difendendo basso e tentando di servire i due lì davanti in contropiede. Lo schema è quello che ha portato alle vittorie di Torino, Praga e San Siro contro la Spal. Ma non era serata. Lukaku le cose migliori le ha fatte servendo prima Brozovic, che ha sprecato a due passi da Mirante, poi di testa Lautaro, che l’ha toccata di mano.
Dopo tre minuti del secondo tempo, l'Inter ha dimostrato di essere vi va, con un’azione veloce e verticale come piacciono a Conte. Quattro tocchi: De Vrij, Lautaro, Borja Valero e la zampata di Vecino, a cui si è opposto Mirante con la prima vera parata della partita. Ma è stata una vampata, un’eccezione nella trama lenta di una partita al risparmio, diventata nervosa a metà del secondo tempo, quando prima Godin poi Lazaro hanno risolto con inutili pedate contrasti facili, facendosi ammonire. Lo stesso ha fatto Mancini, che il cartellino giallo l’ha conquistato con un’inspiegabile mossa di judo su Lautaro.
Ora l’Inter, oltre a tifare Lazio per conservare il primato in campionato, dovrà riorganizzare le idee per il match di martedì contro il Barca, che probabilmente si presenterà a San Siro con una squadra di riserve (il 14 dicembre ha la Real Sociedad in trasferta, il 18 il Clasico) ma senz'altro sarà più pericoloso di questa Roma spuntata. I giallorossi, oltre a tifare Juve per evitare la fuga della Lazio in ottica Champions, devono sbrigare la pratica Wolfsberg e proseguire il cammino in Europa League. La buona notizia per la Ro: ma a San Siro, oltre alla prodezza di Mirante, sono le prestazioni di Pellegrini e Smalling, efficace negli anticipi sull’ex compagno di squadra Lukaku e mai in difficoltà nei contrasti fisici. Migliori in campo per l’Inter Godin e Borja Valero, che fino a un mese fa sembrava destinato alla panchina permanente.