Roma solida, Zaniolo e Pellegrini brillano sotto gli occhi di Totti

07/12/2019 14:47

LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Esce indenne dal confronto con l’Inter, la Roma, portando a casa un pareggio a reti inviolate (0-0) preziosissimo. Resta in panchina a San Siro, Edin Dzeko, visibilmente provato dal duro attacco influenzale che lo ha colpito negli ultimi giorni. Il bosniaco ha provato a stringere i denti, partendo comunque per Milano, nonostante non fosse al meglio dal punto di vista fisico. Ma Fonseca ha preferito non rischiare nulla, lasciandolo inizialmente fuori a favore dell’avanzamento di Nicolò Zaniolo come “falso nueve”, ruolo che, per presenza scenica, il ragazzo ricopre con personalità, rievocando inevitabilmente la trasformazione che Spalletti fece di  Totti, reinventandolo centravanti.

E Francesco ha seguito l’esperimento dal vivo, dallo stadio, godendosi anche Lorenzo Pellegrini, il suo prediletto, ieri con la fascia da capitano. L'ex numero 10 ha infatti indicato, prima di lasciare la Roma sbattendo la porta, il centrocampista come un predestinato, giocato    re adatto a raccogliere la sua eredità. Totti ha assistito alla partita dalla tribuna, dopo aver incontrato e salutato cordialmente Guido Fienga, ceo e ad del club giallorosso che, gli aveva proposto una poltrona da . direttore tecnico.  In pratica, Pellegrini e Zaniolo sono diventati l’anima di una squadra della quale rappresentano il presente e il futuro, nel segno di una continuità sia di tradizioni (la fascia sul braccio di un romano), sia di simboli a cui i tifosi si aggrappano.

Dzeko entra poi gli ultimi venti minuti contro l’Inter, al posto di Perotti. Davvero un incubo quello degli infortuni in casa Roma, con gli ultimi ko legati a Pau Lopez — neanche in panchina ieri sera — e Davide Santon, costretto a lasciare il campo dopo un quarto d’ora dall’inizio. Il difensore giocava contro la sua ex squadra e, al momento del cambio, è stato applaudito dai tifosi. Al suo posto è entrato Spinazzola, con Florenzi rimasto a guardare, e tifare, i compagni dalla panchina (è entrato, sì, ma negli ultimissimi minuti al posto di Mikhitaryan).

Con quello di Santon a Trigoria si è arrivati a 22 infortuni stagionali — sedicesimo cambio forzato in corsa — numeri che pesano sul rendimento della squadra, con Fonseca costretto a inventarsi sempre soluzioni diverse (sono rimasti nella capitale anche gli acciaccati Fazio, Pastore e Kluivert). Un problema che con il rifacimento dei campi di Trigoria la Roma sta cercando di gestire, sperando che la sosta natalizia aiuti a recuperare energie e uomini.

Ma prima delle feste il calendario dei giallorossi non consentirà troppo riposo: giovedì prossimo all’Olimpico arriverà il Wolfsberg, per l’ultima gara del girone d’Europa League, già praticamente superato dagli uomini di Fonseca.  Subito a seguire, la domenica dopo, sempre all'Olimpico, si presenterà la Spal, prima dell’ultimo turno di campionato del 2019, a Firenze, di venerdì sera (20 dicembre). «Abbiamo un obiettivo ben chiaro da raggiungere — spiega il vice-ds De Sanctis — tornare in Champions e stiamo lavorando per riuscirci».