"Un titolo razzista". Da Roma e Milan Daspo ai giornalisti

06/12/2019 16:03

LA REPUBBLICA (C. CITO) - Prim’ancora del Friday, per Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ieri è stato un Black Thursday, un giovedì nel centro del mirino. Con riferimento a Inter-Roma e alla sfida nella sfida tra Lukaku e Smalling, il quotidiano sportivo romano ha titolato in prima pagina “Black Friday”, “venerdì nero”. Non quello dei grandi sconti, passato da una settimana: era evidente il riferimento al colore della pelle dei due protagonisti. Una scelta discutibile che ha scatenato il web. Alle 12.46, dopo la prima ondata di sdegno, Zazzaroni aveva già pubblicato sul sito internet del suo giornale una prima difesa: «Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore in un mondo migliore. Per chi vuole capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza».

Il pezzo non conteneva in effetti alcun riferimento razzista. A quel punto però i due diretti interessati si sono mossi. Lukaku: «Invece di concentrarsi su una sfida tra due squadre, il Corriere dello Sport esce con il titolo più stupido che io abbia mai visto nella mia carriera». E Smalling: «Quello che è successo stamattina è sbagliato e molto insensibile». Lo scorso 23 novembre Lukaku aveva rilasciato un’intervista esclusiva alla testata, in cui consigliava di «mettere telecamere puntate sugli spalti per capire chi si comporta in un certo modo e non farli più entrare», ma ammetteva come da noi ci sia «una grande differenza tra stadio e vita di tutti i giorni, però non sono mai stato così bene come qui in Italia».

Mentre alla vicenda si interessavano anche Bbc e Cnn, a sera la Roma e il Milan (non l’Inter, che in mattinata aveva twittato genericamente contro ogni forma di razzismo) hanno, con identico comunicato, condannato l’episodio, per poi adottare un’iniziativa inedita: il Daspo per i giornalisti del Corriere dello Sport, che non potranno accedere ai due centri di allenamento fino a fine 2019. E poi «i rispettivi giocatori non svolgeranno alcuna attività con il giornale durante questo periodo». Sdegno del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna: «Decisione assurda, non ci sto».