06/01/2020 13:35
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma inizia l’anno nel peggior modo possibile: con un ko casalingo contro il Torino. Più del gallo Belotti (autore comunque di una splendida una doppietta) ci pensa un po' di sfiga, ma soprattutto l'arbitro Di Bello a confezionare una bella calza piena di carbone per il gruppo giallorosso che perde così contatto con il gruppo di testa. Il fischietto di Brindisi sembra quasi mandato in missione per castigare la Roma. Prima permette a Belotti di realizzare il gol del vantaggio (bellissimo) quasi quaranta secondi dopo il tempo di recupero concesso prima dell'intervallo. Poi continua nella saga interminabile degli errori: sbaglia davvero tutto il possibile e fischia sempre contro i giallorossi. Ammonisce Florenzi quando tocca la palla con le mani, poi grazia il granata Izzo (per altro già ammonito e che quindi andava espulso) per lo stesso fallo. Un disastro, totale. Per non parlare del rigore concesso nella ripresa con l'ausilio della Var che darà il colpo di grazia ai giallorossi. Una sconfitta che servirà però da lezione alla Roma che continua a regalare un tempo e troppo spazio agli avversari: stavolta contro questo Torino e un Di Bello così, giocare a testa bassa e a una sola porta l’intero secondo tempo non gli basta. Fonseca non aveva rischiato nulla alla vigilia mandando in campo la Roma migliore aspettando che l’infermeria conceda un po di ossigeno ai soliti noti: ormai sempre quelli. Il tecnico portoghese si fida dei suoi, tra i quali c'è anche Florenzi che però sembra faticare più del dovuto: sopratutto quando va in copertura. Non è un caso se parte proprio da un suo rilancio superficiale il gol di Belotti (ottavo in campiona to, quattordicesimo stagionale) che piega la Roma quando è già abbondantemente scaduto il tempo di recupero: incredibile ma vero... Di Bello docet. Peccato, perché invece nella metà campo offensiva il capitano giallorosso non si era mosso male, ma i conti si fanno alla fine e quelli della prima partita del 2020 sono inevitabilmente sotto la sufficienza per i giallorossi.
Dall'altra parte del campo una squadra venuta a Roma a giocarsela, che ha tenuto botta per un tempo e si è chiusa poi sulle corde come un pugile esperto nella ripresa. La differenza da un certo punto poi, Di Bello a parte, l’ha fatta un Sirigu in grande serata. L’estremo difensore granata prende tutto quello che arriva dice «no» prima a Zaniolo in avvio, poi al diagonale di Kolarov e alla botta da fuori di Pellegrini. E nella ripresa è praticamente tarantolato aiutato a volte anche dalla poca concretezza sotto porta dell'attacco romanista. Un attacco che sembrava galvanizzato dopo la strigliata di Fonseca all'intervallo che ha rimandato in campo un'altra Roma nella ripresa giocata praticamente a una porta: ma anche questo non è bastato.
Così come le sostituzioni nel finale quando il portoghese ha provato a mettere dentro tutto l'offensivo che aveva. Veretout per Mhkitaryan, poi Perotti per mettere anche Kalinic. Ma la dinamica della serata era ormai già scritta. Il bilancio è un ko pesante che taglia le gambe dopo la sosta e soprattutto in vista della prossima sfida in programma tra una settimana sempre all'Olimpico ancora contro Torino: ma stavolta sarà la Juventus, altra brutta gatta da pelare per i giallorossi che sono già nella condizione di non poter più sbagliare.