20/02/2020 14:28
CORSPORT - La prossima settimana il Lione di Rudi Garcia sarà atteso dalla sfida valida per gli ottavi di finale di Champions League con la Juventus e l'ex tecnico giallorosso, in un'intervista rilasciata al quotidiano sportivo oggi in edicola, non poteva non ricordare quel Juventus-Roma dove è rimasto famoso il gesto della sviolinata: «Il violino è rimasto nell'armadio quando ho lasciato l'Italia... Mi venne istintivo, volevo difendere la mia squadra da quello che ritenevo fosse un torto. Ma sono cose che succedono, in campo». E sul momento attuale della Roma Garcia ha aggiunto:
Ora la Roma se la passa male.
«Non so se abbia inciso la transizione societaria, perché non conosco i dettagli. Ho visto la partita di Bergamo, sarebbe stato meglio non perderla, ma si può rimediare: sono convinto che la squadra alla fine andrà in Champions».
Cosa consiglierebbe a Fonseca?
«Di tapparsi le orecchie e andare avanti con le sue idee. Mi hanno parlato bene di lui, l’ho anche incontrato in un forum a Nyon. Se prima di Natale funzionava, tornerà a funzionare».
Fonseca sostiene che le pressioni siano normali nelle grandi squadre.
«Lo sono in tutti i club, in verità. Anche i più piccoli. A Roma semmai la particolarità è la grande attenzione mediatica».
Pallotta sta lasciando la Roma senza aver vinto.
«Penso che lasci per la questione dello stadio, così ho letto. Peccato. Anche io avrei voluto vincere qualcosa, Checco e Daniele con me parlavano di Circo Massimo... Spero con tutto il cuore che i romanisti possano presto tornarci».
Totti?
«Ne ho sentite tante sul nostro rapporto. Che in realtà è sempre stato buono. Quando firmai per la Roma, gli chiesi se avesse ancora motivazioni alte. Mi rispose che avrebbe desiderato vincere, proprio come me. Totti non è mai un problema, semmai una soluzione».
La Roma è rimasta senza di lui, senza De Rossi e senza Florenzi.
«Niente dura per sempre, però fa un certo effetto perché il senso di appartenenza è importante a Roma. Di sicuro se ci fossi stato io come allenatore avrei accompagnato certi campioni all'uscita con un garbo differente. Forse l’addio poteva essere gestito meglio».
De Rossi sarà un grande allenatore?
«Credo di sì. Era uno che leggeva le partite con sapienza già da calciatore. E poi ha un carisma incredibile. Che non significa rompere le scatole agli allenatori. Significa aiutare chi ha bisogno di sostegno».
Lo sa chi è l’ultimo romano rimasto alla Roma?
«Lorenzo Pellegrini. Siamo legati da un grande affetto. Sono felice di averlo fatto debuttare in Serie A (a Cesena, ndr). Diventerà un campione».