22/03/2020 13:11
GASPORT - Ogni sera tutti gli Italiani si ritrovano sui balconi uniti a cantare l'Inno di Mameli e sventolare le bandiere tricolore, come si fa quando la Nazionale vince una manifestazione importante: un modo per alleggerire per un attimo questo periodo così difficile per l'emergenza coronavirus. A causa proprio della pandemia Covid-19 sono stati posticipati al 2021 anche gli Europei di calcioche si sarebbero dovuti disputare il prossimo 12 giugno. Di questo e della situazione che sta vivendo il nostro Paese ne ha parlato il c.t. della Nazionale italiana Roberto Mancini in un'intervista rilasciata alla rosea. Queste le sue dichiarazioni:
Mancini, le piace l’Italia dei balconi?
«Moltissimo. E’ l’Italia più autentica. Ci rappresenta. Siamo noi che diamo il meglio nelle difficoltà, quando ci stringiamo, ci aiutiamo e mettiamo in campo tutta la nostra umanità. Questa gente, dopo tanto dolore e tanta paura, avrebbe meritato la gioia di un Europeo per distrarsi e ripartire».
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Avesse la possibilità di trasferirsi con i suoi cari in una zona più sicura, magari all’estero, lo farebbe? Tanti stanno volando via.
«Non ci penso neanche a lasciare l’Italia, perché io mi sento sicuro qui e ho piena fiducia nei nostri medici che stanno facendo un lavoro eroico. Voglio sentirmi vicino a chi è in difficoltà. E lo dico da semplice cittadino, non perché ho un ruolo istituzionale e rappresento l’Italia».
L’Italia tornerà a settembre, dopo quasi un anno. Ha paura di perdere il bel gioco delle ultime partite, che era diventato istintivo, naturale? O giocare bene è come andare in bici e non si dimentica?
«Probabilmente saremo un po’ arrugginiti, ma basterà oliare un po’ la catena e pedaleremo come prima...»
Come si tiene connessa la squadra da lontano? Con il telefono?
«Nelle settimane scorse ho chiamato qualche giocatore, specie quelli infortunati e in dubbio. Ho lavorato sulle amichevoli con Inghilterra e Germania e ho cominciato a impostare l’Europeo. E’ stato cancellato tutto. Confesso che la botta della delusione l’ho sentita. Mi sono fermato».
Come passa queste giornate particolari in casa?
«Come tanti, credo. Ogni giorno faccio un po’ di sport sul terrazzo. Leggo, mi tengo informato alla televisione. Dopo cena le ore si fanno un po’ più lungo. L’altra sera ho visto Don Matteo ... Ma io penso sempre positivo. Sono convinto che a maggio il campionato ripartirà, recupereremo la nostra normalità e io potrò incontrare negli stadi tutti i miei giocatori e riunire in qualche modo la Nazionale».
Sarebbe un campionato credibile con partite compresse e con le alte temperature di giugno e luglio? Non si alterano i valori in campo?
«Dopo quello che è successo, i giocatori avranno così voglia di giocare che l’entusiasmo compenserà la stanchezza. Sono convinto che torneremo a divertirci».
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Taglio degli stipendi: l’intesa tra club e giocatori potrebbe non essere semplice.
«Inutile prendere decisioni ora. Aspettiamo. L’ho detto, io penso positivo, sono sicuro che il campionato ripartirà e verrà completato. Allora, se si giocheranno tutte le partite, il problema avrà meno peso. I calciatori hanno comunque il senso di responsabilità per rispondere nel modo giusto alle eventuali esigenze».
Dire che la Nazionale tra un anno potrebbe essere più forte e quindi ci guadagna suona sgradevole. Però…
«Ci abbiamo perso tutti, partiamo da questo. Poi è chiaro che il recupero di un giocatore dalle caratteristiche uniche come Zaniolo è importante e che i tanti giovani che abbiamo, tra un anno, saranno cresciuti in esperienza».
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Anche l’emergenza terzini può trovare rimedi: Masina, Florenzi più titolare…
«Masina lo conosciamo bene, ma era sparito dai radar dopo il passaggio al Watford. Negli ultimi 2-3 mesi è stato sempre tra i migliori. Luca Pellegrini è già stato con noi e può crescere ancora. Bello se Emerson Palmieri, che ha giocato poco nel Chelsea, venisse in Italia… ».
A destra, s’intravedono meno alternative.
«I nomi, al momento, sono i soliti: Florenzi, Di Lorenzo, D’Ambrosio, Piccini, De Sciglio… Tutti affidabili».
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Se immagina il ritorno in campo della Nazionale, cosa le viene in mente?
«L’inno nazionale e io che lo ascolto in piedi davanti alla panchina. Dopo quello che stiamo passando, sarà un’emozione splendida, fortissima. La sto già aspettando».
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