Barbaro, presidente dell'Asi: "Lo sport di base ha bisogno di aiuti dal governo"

29/04/2020 16:01

IL TEMPO -  Lo sport di base rivendica contributi dello Stato. Il senatore Claudio Barbaro, presidente dell’Asi e membro del Consiglio del Coni come rappresentante degli Enti di promozione sportiva richiama l'attenzione sull'emergenza che ha travolto l’intero movimento.  Il Sistema sportivo italiano produce quasi il 2% del PIL, comprende 20 milioni di praticanti, 100 mila strutture e quasi un milione di lavoratori; il decreto Cura Italia ha svincolato un bonifico per alcuni di loro (600 euro) a fronte di un tetto massimo di 50 milioni: i conti non tornano, la misura appare insufficiente.

«Sarà difficilissimo tornare alla normalità se nel frattempo non arriveranno soldi a fondo perduto da parte delle Istituzioni - afferma il senatore - tutti gli organismi sportivi sono in sofferenza tre- menda, il problema è quello legato alla totale negatività dell’anno in corso. I costi continuano a decorrere di fronte a un incasso zero perché le palestre sono chiuse, la gente non si tessera e non fa abbonamenti. E tutto un circolo vizioso, c'è necessità che lo Stato intervenga».

Sta dicendo che il Sistema Sportivo rischia di crollare? 
«Parliamo di numeri spaventosi: almeno il 70% delle attività sono a rischio. Qui non c'è soltanto il mancato introito, ma c'è pure il problema dell'ulteriore investimento che dovrà essere affrontato per adeguare gli impianti. Al momento, se lo Stato non fa qualche cosa, lo sport rischia di essere fanalino di coda».

Piscine e palestre per un paio di settimane resteranno chiuse... 
«Nessuno si sta ponendo il problema che attraverso il recupero di una discreta condizione fisica, il costo della sanità decresce».

Lei ha una strada per uscire dalla crisi?
«Lo Sport è in emergenza totale e di questo il Governo non ha ancora la benché minima percezione, non si parla dei gestori dell’impiantistica dello sport che rappresenta- no la spina dorsale dell’erogazione del servizio non vengono ascoltati. Ritengo che l'operato di Spadafora sia inadeguato: dovrebbe dimettersi».