08/04/2020 13:53
LEGGO (F. BALZANI) - È tornato in Cina, ma non ha dimenticato la sua terra regalando 16 mila mascherine a ospedali e personale medico di Cisano Bergamasco (suo paese di origine). Roberto Donadoni, ex stella del Milan e oggi allenatore dello Shenzhen, ha vissuto la doppia situazione dei due paesi e ha finito la quarantena di ritorno in Cina da pochi giorni, ma la sua famiglia è divisa tra Bergamo (dove vive la mamma) e Milano dove ci sono moglie e figli.
Come è ora la situazione in Cina?
«In Cina hanno risolto adottando subito misure dure, ma noi viviamo a pochi chilometri da Hong Kong e lì la situazione non è ancora semplice. Le strade però sono tornate a popolarsi, l'aria è tornata di nuovo serena. La gente qui rispetta le regole e tutti hanno le mascherine anche se a dire il vero in molti la mettevano anche prima. La situazione è diversa in Italia dove bisogna ancora risolvere parecchie problematiche, ma sono orgoglioso di Bergamo e Brescia e della sua gente».
Pronto per iniziare di nuovo il campionato?
«Dovrebbe partire entro la fine del mese. Noi saremo pronti perché ci siamo allenati per più di un mese in Spagna e poi a Dubai. Abbiamo fatto ritorno in Cina un po' prima del previsto proprio perché sapevamo che il campionato sarebbe iniziato e che avremmo dovuto osservare i 14 giorni di quarantena. Dopo la retrocessione dello scorso anno ora le cose stanno andando meglio. Il club è ambizioso e la città è davvero bella».
E il campionato italiano potrà ripartire un giorno?
«Non credo sia il momento di parlare di calcio ancora. La partita più importante è contro il virus. Detto questo sono ottimista sul fatto che possa concludersi la stagione in tempi ragionevoli. So che si parla di giugno e quindi di 3 mesi di stop come in Cina. La classifica mi pare che rispecchi i valori visti in campo finora».
La sua Atalanta può riuscire in un'altra impresa?
Finora hanno fatto qualcosa di enorme grazie a un progetto solido e ad un allenatore bravo come Gasperini. Il segreto starà nel non dimenticarsi di essere una provinciale. Sono convinto che potranno arrivare anche in semifinale di Champions, io tifo per loro.
Quando tornerà in Italia?
«La mia vita è in Italia e in questi mesi dover fare da pendolare o addirittura come in questo periodo dover vedere la mia famiglia solo con Skype è davvero dura. Io mi sento ancora un allenatore di serie A e prima o poi tornerò».